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Syndone

Odysséas

I Syndone, a quattro anni di distanza da Melapesante, album con cui si sono ufficialmente rimessi in pista, e dopo aver licenziato due anni dopo La bella è la bestia, hanno pensato bene di riprendere un topos letterario che non ha mai smesso di affascinare e di incentrare su di esso il nuovo lavoro intitolato, appunto, Odysséas.

Formazione “triangolare” ormai stabilizzata composta da Riccardo Ruggeri (voce), Nik Comoglio (tastiere) e Francesco Pinetti (vibrafono), cui si affiancano alcuni ospiti d’eccezione: Federico Marchesano al basso, ma soprattutto John Hackett al flauto ed il drummer Marco Minnemann (Steven Wilson, Paul Gilbert, Nina Hagen, Joe Satriani, fra gli altri…), vere stelle internazionali; oltre ad essi una notevole sezione di archi e fiati, che completano un ensemble decisamente ambizioso.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, di fronte ad uno “schieramento” così imponente l’album rivela sin dalle prime note un approccio al progressive decisamente avanguardistico, uno stile di produzione che ha come riferimento gli standard proposti, in primis, da Steven Wilson, ormai divenuto il guru delle produzioni progressive ma soprattutto colui che ha decisamente alzato, in questo ambito, l’asticella qualitativa. I suoni risultano puliti, tutti gli strumenti in bella evidenza, non più “impastati” e difficilmente intelligibili, in particolare le sezioni ritmiche, le tastiere ampie si, ma non stucchevolmente ridondanti o eccessivamente debordanti.
Quello che piace molto di questo quinto album dei Syndone è quella sorta di “leggerezza” che lo pervade anche nei passaggi più introspettivi: una leggerezza che impedisce a qualsiasi sorta di cupezza di impadronirsi di un lavoro che, considerato il tema trattato, si presterebbe eccome ad atmosfere pesanti ed oppressive.
L’alternanza di brani lenti e meditativi con pezzi ritmati e veloci è sempre molto ben bilanciata; il cantato, storicamente punto debole del prog italiano, ha finalmente trovato una sua dimensione espressiva compiuta e si inserisce in modo preciso nel contesto musicale complessivo.

Odysséas è un album espressivo, intenso, mai eccessivo o sovraccarico di suoni; un album che dimostra inequivocabilmente che la nuova frontiera del prog passa attraverso un bilanciamento ed un equilibrio in cui la fruibilità e (ci si passi il termine) l’orecchiabilità dei brani, o per lo meno di alcuni passaggi di essi, saranno la cifra stilistica dominante: il tempo delle suite iperveloci, ipertecniche e prive di qualsiasi riferimento è, forse, irrimediabilmente terminato.
Il progressive, del resto, non può né deve, filosoficamente, essere mai uguale a se stesso.

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In dettaglio

  • Anno: 2014
  • Durata: 50:13
  • Etichetta: Fading Records

Elenco delle tracce

01. Invocazione alla musa
02. Il tempo che non ho
03. Focus
04. Penelope
05. Circe
06. Ade
07. Poseidon
08. Nemesis
09. La grande bouffe
10. Eros & Thanatos
11. Vento avverso
12. Eleyoepia
13. Daimones

Brani migliori

  1. Focus
  2. Circe
  3. Daimones

Musicisti

Nik Comoglio: keyboards, orchestration, composition  -  Francesco Pinetti: vibraphone, composition  -  Riccardo Ruggeri: vocal, lyrics  -  Marco Minnemann: drums  -  John Hackett: flute  -  Federico Marchesano: bass  -  Sara Marisa Chessa: lever harp  -  Pino Russo: acoustic guitars, oud  -  Beppe Tripodi: violin  -  Elena Favilla: alto  -  Claudia Ravetto: cello  -  Umberto Clerici: cello  -  Marco Pierobon: trumpet Bb  -  Marco Braito: trumpet Bb  -  Gianluca Scipioni: trombone  -  Nilo Caracristi: french horn  -  Stefano Ammannati: tuba  -  Luca Biggio: alto sax  -  Paolo Porta: tenor sax  -  Gianni Virone: baritone sax  -  Labirinto String Orchestra: conducted by M° Fabio Gurian