Calibro 35
In molti aspettavano al varco i Calibro 35, e del resto c’era da aspettarselo: due album in studio, più un terzo di inediti ed outtakes; un successo, se non inatteso, per lo meno molto maggiore del previsto, considerando il fatto che la musica strumentale è quasi sempre stata patrimonio di una cerchia di cultori; un’operazione filologicamente impeccabile che ha riportato in auge le colonne sonore dei film “poliziotteschi” italiani degli anni ’70, ma soprattutto gli autori che le realizzarono, da Franco Micalizzi ai fratelli De Angelis, da Ennio Morricone a Stelvio Cipriani, ed ancora Armando Trovajoli, Piero Umiliani, Gianni Ferrio, Luis Enriquez Bacalov, Riz Ortolani, Piero Piccioni, musicisti e compositori che per vari motivi, a parte forse Morricone, non avevano mai trovato eccessivo spazio nella conoscenza e nelle preferenze del pubblico “under 50”.
Compiuta questa operazione, restava da vedere quale potesse essere la direzione che il gruppo avrebbe intrapreso, considerando che il livello dei singoli musicisti è talmente elevato da non prendere neppure in considerazione un “appiattimento” sul tema svolto, o lo sfruttamento di un filone pur così fruttuoso.
I segnali di un cambiamento, in realtà, erano già presenti, considerando che, con il passare del tempo, i brani originali prendevano decisamente il sopravvento sulle cover, ed Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale, l’album targato 2012 dei Calibro 35, conferma pienamente questa tendenza: dodici brani, ma due sole cover, ed uno sviluppo sonoro che inizia a superare le linee marcatamente funky dei primi lavori, innestando nei pezzi sonorità più varie, strutture più complesse, che pur rifacendosi allo stile che li ha lanciati, apre al quintetto nuove ed interessanti prospettive. Non per nulla la partecipazione alla serata Indagine sul cinema italiano del brivido, è il segnale che le scelte musicali potrebbero spostarsi, ad esempio, verso l’horror, le spy story.
La direzione pare dunque andare verso un ambito di pellicole che nel medesimo periodo furono prodotte in grande quantità e che, come il poliziottesco tout court, stanno vivendo un periodo di riscoperta tale per cui le ristampe in dvd non riguardano più solo i titoli principali, ma si sono allargate anche a quelli che, fino a pochi anni fa, erano considerati, quando andava bene, film di serie B.
Le precedenti collaborazioni con Georgeanne Kalweit e Roberto Dell’Era tra l’altro, indicano che un superamento dell’esecuzione solo strumentale con l’inserimento di parti cantate, non solo è possibile, ma verrà sicuramente preso in considerazione, ed è forse il naturale sbocco di un percorso artistico che, in soli cinque anni, ha portato il quintetto formatosi a Milano ad una notorietà meritata e destinata a crescere, visto anche il notevole riscontro dimostrato sia nei concerti che nelle “sonorizzazioni” di pellicole.
Ed è proprio il concerto dal vivo, ancor più che non i solchi di un Lp o le tracce di un cd o di un file, l’ambiente in cui il gruppo si esprime al meglio, il luogo in cui si può godere appieno della sua potenza, dell’espressività, delle sensazioni che riesce a trasmettere. Inutile dire che un album “live” (magari anche doppio, perché no...) sarebbe un regalo graditissimo non solo per i fans della prima ora, ma per tutti coloro che, non conoscendoli ancora, volessero avvicinarsi a questo mondo sonoro in bilico fra passato e presente…
01. Ogni riferimento a fatti accaduti è puramente casuale
02. Uh ah brrr
03. Arrivederci e grazie
04. New Delhi deli
05. Il pacco
06. Passaggi nel tempo
07. New York New York
08. Buone notizie
09. La banda del B.B.Q. (Brooklyn, Bronx, Queens)
10. Pioggia e cemento
11. Massacro all’alba
12. Ogni riferimento a persone esistenti è puramente casuale
Massimo Martellotta: chitarra elettrica, voce Enrico Gabrielli: strumenti a fiato, tastiere, voce Luca Cavina: basso elettrico Fabio Rondanini: batteria, percussioni Tommaso Colliva: regia Paolo Raineri: tromba Francesco Bucci: trombone