Veronica Sbergia e Max De Bernardi, orfani, solo temporaneamente di Mauro Ferrarese e Alessandra Cecala (gli abituali compagni di squadra nei Red Wine Serenaders), hanno recentemente pubblicato Old stories for modern times, 15 tracce che spaziano dal punto di vista temporale dal 1910 al 1939. Come in una sorta di macchina del tempo musicale ci si cala nelle atmosfere prebelliche del sud degli Stai Uniti, del Mississippi, dei locali di “dubbia fama” e delle piantagioni di cotone.

I brani selezionati rappresentano le varie forme di country/blues, ragtime, jugband music, blues e folk in voga all’epoca nelle zone rurali americane, principalmente tra la popolazione afro/americana. L’album è stato registrato cercando di replicare il più fedelmente possibile le sonorità originali, usando esclusivamente strumenti acustici registrati in mono e mixati in analogico. Grande attenzione è stata attribuita anche alla scelta degli strumenti, ed oltre alle canoniche chitarre acustiche, sono state utilizzate chitarre resofoniche, ukulele, mandolino, contrabbasso, armonica, washboard, kazoo e glockenspiel, una sorta di xilofono più grezzo e meno “ingombrante”.

L’espressiva voce di Veronica contribuisce a personalizzare le tracce interpretate e allo stesso tempo ben si alterna a quella di Max che, pur con stile molto più spartano, dimostra di non essere solo un grande chitarrista ma di essere anche molto migliorato come cantante.

Impossibile non citare due ospiti di fama mondiale, Sugar Blue all’armonica (chi non ricorda la parte di armonica di Miss You dei Rolling Stones ?) e Bob Brozman alla chitarra slide resofonica. Old stories for modern times ha il merito di riportare alla luce sonorità e arrangiamenti che hanno contrassegnato un’epoca ma che si ascoltano con immutato piacere anche a distanza di un secolo.

Imperdibile è anche lo spettacolo che portano dal vivo dove, oltre alla musica, spiccano le loro doti “teatrali”, l’abbigliamento e gli oggetti utilizzati che contribuiscono ancor di più ad un viaggio nel passato.

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