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Elisa Casile

Orchidee

Definire questo disco d’esordio di questa giovane artista - Elisa Casile ha solo 26 anni - un buon disco pop, sarebbe davvero riduttivo per almeno due motivi: prima di tutto perché ascoltando il disco, sin dalle prime tracce, prevalgono sonorità rock ed il suo stile è decisamente energico, carico di vitalità pur restando costantemente raffinato e curato fin nei minimi dettagli; secondo perché dai testi, che trovano sempre in calce anche la sua firma, traspare una certa frequentazione con la canzone d’autore di qualità. Ecco ad esempio qualche passaggio interessante: “Ma tu sei tra quelli che contano / Tutte le occasioni perse per colpa mia / Fuliggine, come fuliggine sperano / Di atterrare su campi vergini di malinconia” tratto da (come) Fuliggine dove descrive i “collezionisti” di donne oppure “Dimmi cosa pensi quando sbagli / Se ti volti indietro e quel che senti / Mi chiedo sempre cosa ne farò / di frasi e immagini sotto sale”. Dai versi introduttivi di Chiedi a cupido, una storia d’amore ormai giunta ad un bivio definitivo, a “Ti ho visto tra i ricordi della notte / Ti ho scritto senza vergogna / Non pretendo di controllare il tuo processo / Non pretendo che sia facile starmi dentro”, versi piuttosto espliciti e decisi che aprono il bel brano Frammento.

Questi passaggi sembrano sufficienti a dare un’idea delle capacità compositive di questa “cantautrice palindroma” così come si definisce nel suo sito personale alludendo alla curiosa possibilità di leggere nome e cognome in entrambi i sensi. Chissà forse proprio questa particolarità è un segno del destino vista anche la sua fortunata vita artistica, con la partecipazione a molti concorsi di rilievo come Castrocaro, Sanremo Lab, Premio Fabrizio De Andrè. Insomma una carriera già ben avviata e all’attivo ottime collaborazioni, e ora questo buon disco d’esordio, un disco che trasmette emozioni, che non lascia certo indifferenti.

Se proprio devo fare un appunto, si potrebbe sfruttare ancora meglio il suo notevole bagaglio vocale, si percepisce la bravura e la cura nella voce, però spesso questa viene resa troppo uniforme, tesa e gridata: invece maggiori cambi di registro renderebbero certi pezzi ancora più d’effetto, tanto che secondo me il top in questo disco viene raggiunto nella splendida cover d’autore concessa a fine disco, quando in La canzone dell’amore perduto finalmente si tira un po’ il freno delle corde vocali ed è sì una delizia infinita ascoltarla. Ma forse è solo una questione di gusti del sottoscritto, più lento che rock, come direbbe Celentano.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Matteo Curallo
  • Anno: 2010
  • Durata: 38:46
  • Etichetta: Senza Base Records

Elenco delle tracce

01. Orchidee
02. (come) Fuliggine
03. Amare la lentezza
04. Chiedi a cupido
05. Sento la distanza
06. Pensiero costante
07. La stanza di seta
08. Colpiscimi
09. Frammento
10. La canzone dell’amore perduto

Brani migliori

  1. Chiedi a Cupido
  2. La canzone dell’amore perduto
  3. La stanza di seta

Musicisti

Matteo Curallo: pianoforte, tastiere, basso, chitarra, programmazioni  Michele Delemont: batteria (2, 5, 8) Francesco Cerrato: archi (2, 5, 8) Stefano Cerrato: archi (2, 5, 8) Andrea Anania: chitarra (4)