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Francesco Maria Gallo

Orlando Opera Rock

Nel 1928 Virginia Woolf pubblicò ‘Orlando’, romanzo ispirato alla tumultuosa vita dell’amica scrittrice Vita Sackville-West, con la quale aveva avuto una relazione decennale. Nel libro il protagonista, un giovane poeta, attraversa quattro secoli, viaggia per l’Europa, incontra molti personaggi della storia e della letteratura inglese ed un mattino si risveglia ritrovandosi improvvisamente donna. La narrazione offre alla scrittrice lo spunto per indagare i rapporti sociali e di genere nella società inglese del suo tempo; ‘Orlando’ è inoltre uno dei primi romanzi britannici in cui, oltre ad alludere agli stereotipi presenti nella mentalità dell’epoca (ad esempio quelli riguardanti l’omosessualità femminile) si fa cenno, sia pure in modo metaforico, alla tematica transgender. La portata rivoluzionaria di quest’opera è stata fonte di ispirazione per numerosi registi, che ne hanno tratto svariate versioni cinematografiche e teatrali, ed ha anche stimolato la fantasia di Francesco Maria Gallo, che lo scorso maggio ha pubblicato un concept album intitolato Orlando Opera Rock.

 

La rilettura del romanzo da parte del cantautore calabrese ha prodotto non solo un disco, ma anche un lungometraggio, che narra di un viaggio metafisico che il protagonista compie a bordo di una macchina del tempo, intraprendendo un percorso di ricerca sul significato dell’amore. Tanto il film quanto l’album propongono una rivisitazione attualizzata del libro: le vicende di Orlando si snodano nell’arco di due millenni e si concludono giovedì 24 febbraio 2022, data iniziale del conflitto russo-ucraino. Ricordiamo che Gallo, autore televisivo, storyteller e regista oltre che musicista, aveva già dato vita ad un altro progetto analogo, nel 2021, realizzando “Inferno Opera Rock”, un lavoro tratto dalla prima cantica della Divina Commedia.
Prodotto dall’etichetta discografica bolognese SanLucaSound e distribuito da Tunecore, “Orlando Opera Rock” è composto da dodici brani inediti e dalla nuova versione di un brano già pubblicato nel 2010, Ventu. Il disco vanta la partecipazione di valenti musicisti come il chitarrista Ricky Portera, il bassista Pier Mingotti e il chitarrista Pietro Posani; insieme a loro, Stefano Perez Peretto alla batteria, Simona Rae con le sue flautofonie e la rapper Anna Padalino. Gli arrangiamenti sono stati curati da Renato Droghetti, responsabile anche della produzione artistica.

Le tredici tracce delineano una parabola spazio-temporale che passa attraverso luoghi ed eventi estremamente significativi nella storia recente dell’umanità. Si parte, come nel romanzo della Woolf, dall’epoca della ‘Virgin Queen’ Elisabetta I; si retrocede poi all’anno 33 per narrare l’amore tra Maria Maddalena e Gesù Cristo e la crocefissione di quest’ultimo; dall’epoca delle Crociate si salta alla scoperta dell’America e ai processi per stregoneria a Salem, per poi approdare al Novecento. Qui le tappe sono la presa del potere da parte di Hitler, la lotta per l’indipendenza del Kenya, il “magma creativo” del 1970 in Italia, l’assassinio di Giorgio Ambrosoli e il disastro di Cernobyl. Si giunge infine ai giorni nostri, con lo scoppio del conflitto russo-ucraino, il dramma delle donne iraniane e la violenza della ‘ndrangheta calabrese. Il personaggio di Orlando si fa pertanto di volta in volta uomo o donna, divenendo Maddalena, Cristoforo Colombo, una donna accusata di stregoneria, un guerriero musulmano, una ragazza stuprata a Nairobi, ma personifica anche il dolore collettivo degli ebrei sterminati dal nazismo e l’entusiasmo dei giovani italiani all’inizio degli anni Settanta; è infine testimone attonito delle tragedie che hanno straziato l’Ucraina, dall’esplosione del reattore nucleare nel 1986 al recente conflitto.


Il progetto discografico è accompagnato da un ‘instant book’ in cui sono espressi gli intenti del lavoro e sono riportati i testi delle canzoni accompagnati da riflessioni e commenti. Gallo puntualizza l’importanza del rapporto tra rock e letteratura, che ha trovato espressione in scrittori e songwriters con Jack Kerouac, Bret Easton Ellis e Bob Dylan; in particolare, a suo avviso, molti artisti si sono concentrati sulle tematiche dell’ingiustizia sociale dando voce a tutti coloro che si sentivano esclusi dal sistema dominante, agli oppressi, ai poveri e alle minoranze (Joan Baez, Bob Marley, Pete Seeger sono solo alcuni esempi). Il cantautore ha voluto realizzare il suo articolato concept in continuità con questo filone, che ha attraversato musica e produzione letteraria dagli anni Cinquanta ad oggi.
Dal punto di vista musicale, i brani (denominati “segnali”) presentano sonorità tipiche del progressive rock o del rock classico che valorizzano molto le liriche, di grande intensità poetica; le tematiche ricorrenti sono l’anelito alla libertà e all’amore, la sete di giustizia e di uguaglianza, il diritto all’utopia.

L’ascolto si apre con un’Overture in cui passaggi strumentali epici si alternano a parti cantate in cui l’arrangiamento si fa minimale. Nella prima parte spicca Salem, in cui si narra di una donna che rivendica la propria indipendenza e il diritto a coltivare la propria sete di sapere, ma viene ingiustamente accusata di essere una strega. Suggestiva è poi Voyager, affidata alla voce di Ricky Portera, in cui Cristoforo Colombo esprime l’emozione indicibile procuratagli dalla visione del Nuovo Mondo che trova il proprio corrispettivo strumentale nell’assolo di chitarra finale; a questa visione idealistica dell’impresa del navigatore faranno seguito, purtroppo, la colonizzazione e lo sterminio delle civiltà native americane. Proseguendo con l’ascolto, ecco Berlino, in cui l’ascesa al potere del folle dittatore è solo accennata, mentre il punto di vista è quello delle vittime, che alludono al persistere, nella società odierna, di rigurgiti di ideologie che si rifanno a quelle di un tempo: “Per chi guarda senza occhi/che coi simboli si fregia/per gli scempi del passato/che riemergono al presente”. 1970 è invece l’affresco di un annus mirabilis in cui, insieme alla libertà di potersi amare e cantare “sotto la luna”, si celebrano le conquiste realizzate dalla società civile: anche qui gli assoli di chitarra sono il contraltare alla narrazione, a voler descrivere una stagione irripetibile e ormai perduta, fatta di sogni, lotte e cambiamenti. L’esistenza sconvolta delle popolazioni ucraine è oggetto, come si è detto, di due brani, in cui a contrasto c’è la quotidianità ordinaria e inconsapevole delle persone comuni, improvvisamente straziata da accadimenti più grandi di loro, mentre in Saluterò di nuovo il sole i versi pieni di speranza della poetessa iraniana Forough Farrokzhad si elevano al cielo a chiedere libertà.

 

In chiusura l’incalzante Ventu, che racconta di una strage di ’ndrangheta, ci rammenta che il destino è indifferente alle miserie umane e che spesso persone innocenti vengono annientate dalla cieca violenza e dalla brutalità. Per quanto il brano sia uno degli episodi migliori del disco, forse tale nota di pessimismo non è la conclusione più appropriata per la sequenza, perché lascia l’ascoltatore disilluso, con il pensiero che per l’umanità non vi sia redenzione e che il percorso di Orlando attraverso i secoli alla ricerca dell’Amore abbia dovuto arrestarsi bruscamente di fronte alla crudeltà efferata di una criminalità organizzata senza scrupoli.

L’impressione generale è che l’obiettivo di dare vita ad un’autentica “opera rock” sia stato raggiunto, data la complessità degli arrangiamenti e la profondità degli argomenti trattati, con l’intento di veicolare messaggi ben precisi. A ciò si accosta un’efficace narrazione a più voci, con brani che sono altrettanti quadri scenici in cui liriche e arrangiamenti dipingono paesaggi, vicende e sentimenti con un forte impatto emotivo sull’ascoltatore.
Non solo: ascoltando “Orlando Opera Rock”, che nasce fin dal principio come concept multimediale, è inevitabile auspicare la possibile realizzazione di uno spettacolo dal vivo, tra musica, narrazione e immagini, che coinvolga ancor più attivamente lo spettatore in un appassionante itinerario nella storia dell’umanità, a rievocare storie di oppressione e sopraffazione nell’auspicio di un domani migliore, senza discriminazioni di genere né ingiustizie, come la parabola di Orlando, viaggiatore transgender nel tempo e nello spazio, vuole simboleggiare.

(nella foto qui sotto Francesco Maria Gallo in uno scatto di Gaspare Gagliano)

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In dettaglio

  • Produzione artistica:  Francesco Maria Gallo e Renato Droghetti
  • Anno: 2023
  • Etichetta: SanLucaSound - Tunecore

Elenco delle tracce

#1 Segnale - AD 1558 – Overture

#2 Segnale - AD 33 – Maria Maddalena

#3 Segnale - AD 1095 – Luna Rossa

#4 Segnale - AD 1692 – Salem (feat. Simona Rae)

#5 Segnale - AD 1492 – Voyager (feat. Ricky Portera e Saverio Romano)

#6 Segnale - AD 1933 – Berlino (feat. Anna Padalino)

#7 Segnale - AD 1944 – Nairobi

#8 Segnale - AD 1970 – 1970 (feat. Ricky Portera)

#9 Segnale - AD 1979 – Il Silenzio sa dire

#10 Segnale - AD 1986 – Amore Radioattivo

#11 Segnale - AD 2022 –Baby Boom

#12 Segnale - AD 2023 – Saluterò di nuovo il sole (feat. Simona Rae)

#13 Segnale - AD 2000 – Ventu (feat. Simona Rae)

Brani migliori

  1. Salem
  2. Voyager
  3. Ventu