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CarmenSita

Outta Kali Phobia

Ci fu un periodo storico abbastanza recente in cui la psichedelia incontrò l’India, con la sua spiritualità, i suoi colori, i suoi profumi, e quell’atmosfera che, per meglio comprendersi, venne definita di “pace ed amore” e contagiò sia il vecchio continente che i territori d’oltreoceano. Inutile stabilire se furono i Pink Floyd di Syd Barrett oppure i Beatles ed il loro viaggio presso il Maharishi Yogi, o l’apparizione di Ravi Shankar a Woodstock e la successiva Summer Of Love che dilagò in California. Fatto sta che questo binomio non si è mai più scisso, ed anche oggi trova modo, con forme musicali differenti ed approcci meno “seriosi” e forse un po’ più leggeri, di restare alla ribalta.

Carmen Cangiano, voce, harmonium ed ukulele, e Claudio Fabbrini, chitarre acustiche, ognuno a proprio modo e con percorsi differenti, hanno deciso di provare a rielaborare quelle atmosfere in chiave rigorosamente acustica, con una strumentazione essenziale, per non dire “ridotta all’osso”, coadiuvati dal percussionista Dudu Kouate e dalla vocalist Elisabetta Martinoli. Il risultato di questo esperimento è Outta Kali Phobia, letteralmente “Fuori dal caos di Kali”, mezz’ora di musica in cui i raga indiani si mescolano con il folk psichedelico, tenuti insieme dalle poliritmie percussive; musiche circolari, che ripetono i passaggi sempre con successive lievi modifiche, ispirando movimenti di danza lenti e meditati, oppure ascolti altrettanto meditati. Ne esce fuori una sorta di catarsi, un processo liberatorio che, differentemente da quanto avveniva anni fa, non risulta affatto appesantito o ridondante: la “leggerezza”, si diceva, ovvero questo liberarsi mentalmente, ma in maniera rilassata, senza tensioni o stimoli troppo forti.

Le immagini evocate ci sono, volendo, tutte quante: dal gruppo di amici che danza su una spiaggia intorno al fuoco, alle meditazioni di gruppo fra incensi e candele, e forse è proprio per questo motivo che la coppia psichedelia/India non ha mai perso il suo fascino, proprio perché chiunque, ad un certo punto, nutre il desiderio come di “avvolgersi dentro se stesso”, di pensare e di meditare senza interventi esterni. La musica, allora, è un coadiuvante potente e l’album di CarmenSita riesce davvero a riprodurre quell’ambiente accogliente in cui poter riposare la mente.

I sentimenti, le sensazioni e i pensieri scorrono, molto liberamente e con levità, lasciando la sensazione di una “pulizia” interiore, alla quale i frequenti tocchi blues forniscono una sorta di aggancio con la realtà; ci si regala un piccolo volo, qua e là ironico, un momento di calma che riconcilia con se stessi.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Carmen Cangiano, Claudio Fabbrini, Mauro Mazzola
  • Anno: 2015
  • Durata: 28:17
  • Etichetta: Autoprodotto

Elenco delle tracce

01. Outta kali phobia
02. Don’t forget to dance
03. Move on
04. La noia ha fame
05. She’s a godness
06. Trouble
07. Deep water

Brani migliori

  1. Move on
  2. Trouble
  3. Deep water

Musicisti

Carmen Cangiano: lead voice, indian harmonium, ukulele  -  Claudio Fabbrini: acoustic guitar  -  Dudu Kouate: percussions  -  Elisabetta Martinoli: backing vocalist