Zagreb
Dopo un migliaio di giorni tornano in pista i veneti Zagreb , dando sèguito ai lusinghieri consensi riscossi col debutto Fantasmi ubriachi datato 2015. Confermarsi non era semplice ma loro centrano l'obiettivo con Palude, opera rock eterea e di spessore, al confine dell'onirico ma con tanto di sound avvolgente e sognante. E' una rentree con i fiocchi, in quanto i 10 pezzi dell'album sanno esprimere la grande concettualità dell'intorpidimento che alligna nell'anima delle persone con un sound che riesce a destare ampie riflessioni, grazie anche alle liriche dure ma salvifiche, sempre che si abbia voglia di catturarne il senso per uscire dalla "palude" contemplativa che fa solo comodo alle strategie di Potere.
E' il singolo Nel buio che dà la sveglia con belle stesure di chitarre lineari e convincenti, mentre Vero amore vive di fasi vincenti tra strappi distorti e risolutivi con giuste varianti orecchiabili. E' palese che in questa vita ci sia un'evidente Problema sociale ed allora è giusto che il combo picchi con energia e delizia in àmbiti rock e la sua valenza è quella di apportare quello stacco ossessivo che fa riflettere non poco. La rabbia corre a Berlin", frutto di un'evidente delusione in un via-vai di chitarre che stridono l'anima e Acme è una splendida ballad con dettagli grintosi e colmi di pathos.
Nel percorso si odono echi di trillati fascinosi con il basso che spesso cattura in un trasporto senza respiro oppure si incappa in tunnel senza uscita, dispersi tra voci lontane ed ipnotiche. Anche il mood che alligna in Vile è sospensivo e spaziale, col pregio di estasiare senza mezze misure: senz'altro l'episodio più particolare dell'album. Mentre Presidente non brilla di variabili e sfila alquanto anonima, Anestesia è il perfetto sigillo in chiave dream-pop che trasuda d'elettronica ma che dona quella suggestione incorporea che ammalia con indubbio carisma.
Palude è una prova coriacea, che informa con un combo in forma e, in forma indie-grunge-rock ci consegnano un chiaro monito(r) sulla prevaricazione e l'angheria che caratterizza l'ambizione umana, affossando quel potenziale parco d'idee che pullula di emozioni innovative ma che (tristemente) marciscono in rassegnazioni acquitrinose.
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01. Nel buio
02. Vero Amore
03. Problema sociale
04. Berlino
05. I tuoi denti
06. Acme
07. Cerebrale
08. Vile
09. Presidente
10. Anestesia
Alessandro Novello: voce - Alessandro Meneghello: chitarra, synth - Ermanno de Luchi: basso - Stefano Bonaldo: batteria