Paolo Damiani
Da tempo Paolo Damiani si muove lungo una diagonale che abbraccia il jazz che lo ha visto affermarsi oltre trent’anni fa con Giorgio Gaslini, la canzone – la vocalità, meglio – nella sua accezione più ampia, e tutto un insieme di profumi di sapore popolare in senso lato. Da tempo, inoltre, Paolo Damiani fa almeno altre due cose: privilegia decisamente il violoncello rispetto all’originario contrabbasso, e collabora con Stefano Benni.
Tutto quanto appena espresso trova puntuale riscontro nell’ultima fatica discografica del musicista romano, che vi dirige un tentetto (lui escluso, ovviamente seduto dietro all’ormai inseparabile cello) di giovani di ottime speranze (in qualche caso – leggi soprattutto Sigurtà – già largamente mantenute) in una galoppata attraverso dieci sue nuove composizioni, in un paio di casi (Escort Song e Quello che non voglio) su testi, appunto, di Benni. Il risultato è un disco fresco e aproblematico, “facile” nel senso migliore del termine; un disco in cui il disegno compositivo, la cura del dettaglio, sono palpabilissimi, privilegiando una scrittura spesso descrittiva (fin dall’iniziale Frag 2) che però non va mai a discapito della solidità (si ascoltino in particolare Laughling e In un tempo lontano, entrambi solo strumentali), di una diffusa positività di toni, di un’eleganza di tratto (non di rado – per così dire – “a pelo d’acqua”) che trova la sua espressione più nitida probabilmente in Quello che non voglio, senz’altro il migliore dei due testi benniani, ottimamente servito dalla vocalità tornita quanto concreta di Ludovica Manzo.
Momenti di pura bellezza ha, ancora, Era d’argento, introdotto dal solo violoncello, mentre il conclusivo Respiri di tempo assume qua e là accenti contrappuntistico-bucolici, ancora con sugli scudi la voce (senza testo) e il trombone di Morganti. Un bel lavoro davvero.
01. Frag 2
02. Sentieri smarriti
03. Escort Song
04. Laughing
05. Cose così
06. In un tempo lontano
07. Giochi d’acqua
08. Quello che non voglio
09. Era d’argento
10. Respiri di tempo
Paolo Damiani: violoncello, direzione
Ludovica Manzo: voce
Fulvio Sigurtà, Francesco Lento: tromba, flicorno
Massimo Morganti: trombone, fisarmonica
Cristiano Arcelli: sax alto e soprano
Marco Guidolotti: sax baritono e clarinetto
Luigi Masciari: chitarra
Michele Francesconi: pianoforte
Daniele Mencarelli: basso elettrico
Alessandro Paternesi: batteria