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Emilio Stella

Panni e scale

La prima volta che ho ascoltato Emilio Stella era su un palco voce e chitarra. Mi pare avesse cantato quattro o cinque brani quella sera, ed era riuscito nel principale obiettivo, sogno proibito, di un qualunque emergente: farsi ascoltare al di sopra del rumore di sottofondo di un locale, dal normale chiacchiericcio al fastidioso sferragliare di piatti e forchette.

Sarà stato quel modo sfrontato di guardare il pubblico, quell’aria sorniona che hanno solo i romani, la musicalità delle sue canzoni/stornelli, ancor di più la voce familiare che in alcuni spunti non può non ricordare quella di Rino Gaetano; o magari quelle persone che in silenzio ascoltavano hanno semplicemente capito la storia che Stella stava raccontando, ed io con loro.

Quella storia era stata raccolta nel disco autoprodotto Panni e scale. Titolo indicativo. La narrazione parte, infatti, dai cortili di una qualunque borgata romana e, girovagando e attraversando la città, proprio a quei panni stesi e a quelle scale torna. Roma certo impregna ogni brano ma credo che per Stella non sia una scelta, perché in fondo nascere in un luogo piuttosto che in un altro non è libera scelta ma casuale destino, ed una strada (anche musicale) la indica per forza. E allora, sapere da dove si viene, e quale porzione di mondo ci appartiene, è il primo importante passo per proseguire su cammini differenti e così scoprirne di nuovi.

Una capacità di scrittura, la sua, che è fluida, musicale nella sua stessa costruzione, ironica, certo a tratti acerba, ma buona. E parlare di cantieri, piccole rivoluzioni quotidiane e amori non scontati già fa salire Stella almeno di un paio di gradini rispetto ai tanti “prodotti da talent” (chiamarli musicisti mi è difficile); un ragazzo/cantautore che osserva il mondo attorno, e che tenta di andare a scrutarne gli angoli, va perciò ascoltato.

Lasciamo Stella alla fine di questa storia immaginandolo seduto su un gradino delle sue scale, chitarra in mano e sguardo sfrontato, come la prima volta che l’abbiamo ascoltato suonare.

 

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In dettaglio

  • Anno: 2011
  • Durata: 38:44
  • Etichetta: Autoprodotto

Elenco delle tracce

01. Possibilità

02. La storia delle donne passate

03. Festa

04. Piazza San Giovanni

05. Vorrei essere libero

06. Vita di cantiere

07. Un volo invano

08. Povero Sud

09. Paura del diverso

10. In questo circo

11. Alle case popolari

Brani migliori

  1. Un volo invano
  2. In questo circo
  3. Vita di cantiere