Le Strisce
«Siamo un gruppo pop camuffato da gruppo rock». Finalmente un gruppo italiano onesto, e che diamine. Tornano i campani Le Strisce, e tornano con un album dal titolo piuttosto ambizioso, Pazzi e poeti. Piedi di piombo, qui: “pazzo” è probabilmente l’aggettivo più improprio e abusato in Occidente, e “poeti” è un appellativo che tende ad appiccicarsi a chiunque. Per ora, sospendiamo il giudizio per quanto riguarda l’applicabilità.
Le Strisce sanno riciclare molto bene la lezione del rock anglo-americano che li ha cresciuti, capace di amalgamare il piglio “Bono Sangiorgi” del frontman Davide Petrella a un’estetica musicale nota, ma portata alla sostanza con intelligenza (al mixer Luca Mattioni). L’intento dell’album è tutto nel manifesto Resistete, pamphlet di resistenza politicopoetica su riff secco e prepotente à la Keith Richards (alle chitarre Enrico Pizzuto e Andrea Pasqualini), poi coi sessantismi de Il Silenzio («e non serve più il silenzio / e non serve più il controllo») e di Lasciare tutto andare. Non mancano i momenti più lirici: la classica ballad pop-rock Alle dieci sotto da te; La ballata del sesto piano, quadretto deandreiano di amore/morte; e C’è un solo modo, scarabocchio metodologico sull’amore. Chiave di volta la coldplayana Napoli, che racconta la caduta di una città e della relativa nazione, accanto a Londra, dove i riferimenti (Beatles, Blur, ma anche sfumini di jazz e Motown) fanno respirare l’aria di una città nella quale l’atteso cambiamento esistenziale tarda ad arrivare. La vis polemica però lascia intravvedere la corda di un acume analitico un po’ goffo: Internet per tutti è un frullato di luoghi comuni da Tg2 su Internet e gioventù (e considerato che trattasi di band che si è fatta un nome grazie ai social network…); Canzone a caso è un tentativo di girare il dito nella piaga del confine fra arte e autismo di certi artistoidi (musicali e non). Sforzi vani, ahinoi.
Pazzi e Poeti è un disco che parla molto bene del mainstream italiano: i muscoli ci sono, la capacità pure, la grinta è a duecento. Manca il fiato. Mancano le idee radicali e il coraggio di sostenerle, forse. Un po’ come a tutto il Paese.
http://www.lestrisce.it/
01. Resistete
02. Il silenzio
03. Lasciare tutto andare
04. Alle 10 sotto da te
05. Elefanti
06. Vieni a vivere a Napoli
07. Internet per tutti
08. La ballata del sesto piano
09. C’è un solo modo
10. Londra
11. Canzone a caso
Davide Petrella: voce/testi Enrico Pizzuti: chitarre Francesco "zoid" Caruso: basso Andrea Pasqualini: chitarre Raffaele Papa: batteria