Fabrizio Zanotti
Allegro e scanzonato, ironico e sbeffeggiante, Pensieri corti è a tutti gli effetti un concept album sulla vita contemporanea, che prende il largo da Chini Marco, la storia di un giovane impiegato di call center la cui presenza è come se attraversasse poi tutte le altre canzoni, perché ha già insito nel cognome il proprio destino di restare “chinato” alle logiche di un sistema sociale che si regge ormai solo sull’economia, privo di ogni valore che non sia la mera redditività economica: è la storia di tanti giovani d’oggi.
Fabrizio canta, infatti, così nel brano d’apertura «E sono bravo e sono bravo rendo ogni giorno sempre di più/ Come uno schiavo come uno schiavo/ lavoro ma conto finché non servo più» ma c’è ancora una coscienza dentro il povero Chini, «non rimango fermo a guardare mentre affondiamo quaggiù/ finché c’è vita da camminare più in là degli occhi/ chini su di noi».
Ecco allora che l’America di Barack Obama può rappresentare ancora il grande sogno come lo era per gli italiani dei primi del ‘900, perché in Italia «siamo l’altra faccia dell’America / carica di figli pronti per restare» così come Pensieri corti, a suon di rock e kazoo affondati dentro il vino sono anche i pensieri di tanti giovani. L’ascensorista sa invece di jazz e caldo swing ed è un’ironica metafora di un improbabile ed irrefrenabile amore «Mi aggrappo alle maniglie e te/ irresistibile e tornado plissè/ ti scuoti e mi strapazzi/ e al sesto piano alzi i tacchi».
Piena di nostalgia, inebriata dal suono suadente del violino, è Musicalenta, «Mentre la luna morde il cielo rivedo la mia infanzia/ mi accarezza un brivido si accorcia la distanza». L’universo che ora dorme è una sognante attesa «Io ti aspetto, vieni presto/ quando è tardi sogno spesso/ di te meraviglioso mondo/ sei tu la speranza che porto». È carico di vitalità il brano Quieta la mente, ispirato a Fabrizio da Carlo Muratori, è un invito ad una tregua «Senti l’alito del mondo soffiarti in viso / spegne la paura nel tuo corpo indeciso / brillano i sogni che si rimettono in cammino / lungo il sentiero che corre in un respiro».
Fascino e tinte forti caratterizzano Mezzospago, un’ode al sud, come recita il titolo, a quelle «Terre ubriache di fango di sangue e di Re/ bagnate dal sole sputano il seme il seme/ brucia brucia», bella qui la presenza del charango. Chiude il disco La storia continua pulsante brano che è uno sguardo impietoso sull’ineffabile avanzare di una storia che andrebbe forse riscritta perché in fondo «La storia siamo noi» purtroppo però «figli di un bel niente». Ho volutamente tralasciato Ho visto Nina volare solo perché trattasi di una cover, ma è splendidamente interpretata con tempi e voce che lasciano il segno.
Questo nuovo progetto di Fabrizio è un lavoro maturo che sa far pensare senza mai annoiare, direi scritto e cantato con il sorriso sulle labbra proprio come la foto che lo ritrae in copertina.
01. Chini Marco
02. Barack Obama
03. Pensieri corti
04. L’ascensorista
05. Musicalenta
06. L’universo che ora dorme
07. Quieta la mente
08. Mezzospago (ode al sud)
09. Ho visto Nina volare
10. La storia continua
Fabrizio Zanotti: voce, chitarra acustica 6 e 12 corde ed elettrica, charango, kazoo Enrico Perelli: pianoforte, tastiere e fisarmonica Davide Ronfetto: basso e contrabbasso Daniele Pavignano: batteria e percussioni minori Federica Biribicchi: violino (1, 5, 6, 8) Le voci del call center: Saretta, Angelo, Fausto, Viridiana, Silvana, Valentina I cori “da strada” nella traccia 2: Fabrizio, Paolo, Valentina e Viden