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Plurima Mundi

Percorsi

Ad otto anni di distanza dal debutto Atto I, in cui venne tra l’altro ospitato Lino Vairetti degli Osanna, vede finalmente la luce il secondo episodio dell’esperienza musicale e culturale denominata Plurima Mundi nata nel 2004, in quel di Taranto ad opera del violinista acustico ed elettrico Massimiliano Monopoli. Attraverso questo lavoro la band conferma e ribadisce quelle che sono le caratteristiche che ne hanno caratterizzato lo stile durante questi anni, ovvero una decisa commistione fra musica classica e rock, che quindi determina radici profonde nella musica progressiva degli anni ’70, con una particolare affezione nei confronti di band seminali, quali PFM, Yes e Deep Purple.

Da non sottovalutare, inoltre, la forte sinergia che si è venuta a creare fra la band e la scrittrice e sceneggiatrice Maria Giuseppina Pagnotta, autrice dei testi di Percorsi, la cui scrittura ha sicuramente influenzato ed esaltato, oltre alla voce di Grazia Maremonti, le competenze classiche dei componenti del gruppo durante la stesura e lo sviluppo dei brani. Quello dei Plurima Mundi non è un rock progressivo di tipo virtuosistico, e difatti la band non indulge mai in eccessivi solismi, limitandoli e rendendoli funzionali al procedere dei brani stessi; il violino elettrico inoltre, caratterizza in modo rilevante il sound complessivo, giocandosi il ruolo di guida con le chitarre di Silvio Silvestre ed il pianoforte di Lorenzo Semeraro.

Massimo Bozza e Gianmarco Franchini, basso e batteria, debbono invece “sobbarcarsi” un lavoro abbastanza particolare e di non poca complessità, e questo per il fatto che l’approccio generale della band risulta essere molto “sinfonico”: i break, le ripartenze, ed in generale le scansioni ritmiche sono dunque abbastanza irregolari e necessitano quindi di un approccio ritmico che fa più riferimento ad un metodo di tipo orchestrale che non a quello di un gruppo rock. Tutto ciò è perfettamente rappresentato dal brano strumentale che apre l’album Eurasia, all’interno del quale i cambi di tempo e di metrica sono continui ed il ritmo deve adeguarsi ad uno sviluppo melodico in continua mutazione.

Anche nell’affrontare brani che assumono una forma più vicina alla canzone, E mi vedrai…per te, il gruppo opta per soluzioni decisamente originali, sfuggendo alla metrica consueta e sfoggiando una notevole capacità tecnica che permette ai musicisti di arricchire lo sviluppo del brano con soluzioni capaci di frammentarlo e ricostruirlo continuamente.

Con questo lavoro i Plurima Mundi reinterpretano una tradizione rock sinfonica già molto presente nel panorama italiano e la connotano in maniera significativa con gli elementi melodici ed armonici classici, tipici di un approccio al prog molto mediterraneo. Quindi, in questo senso, nessuna concessione agli sviluppi di questo genere musicale portati avanti nel mondo anglosassone dagli anni ’90 in poi e dunque nessuna commistione con generi quali hard rock o metal, ma una rilettura molto rigorosa del genere, in pura chiave sinfonica. Unica concessione, se vogliamo, di tipo “anglofilo”, qualche passaggio di Male interiore (la mia età) che occhieggia al Canterbury Sound, più che altro per alcune scelte tonali abbastanza peculiari e riconoscibili.

Foto di Imma Brigante

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Plurima Mundi, Giuseppe Di Gioia
  • Anno: 2017
  • Durata: 41:33
  • Etichetta: Autoprodotto

Elenco delle tracce

01. Eurasia
02. E mi vedrai…per te
03. L. … tu per sempre
04. Male interiore (la mia età)
05. L. …tu per sempre (single version)

Brani migliori

  1. Eurasia
  2. E mi vedrai…per te

Musicisti

Massimiliano Monopoli: violino elettrico  -  Massimo Bozza: basso  -  Grazia Maremonti: voce  -  Silvio Silvestre: chitarra  -  Lorenzo Semeraro: pianoforte  -  Gianmarco Franchini: batteria