Vittorio De Angelis
Ci sono artisti che, per immettere elementi innovativi, devono ricorrere ad un grande impiego di tempo e di forze, mentre ad altri come il sassofonista napoletano Vittorio de Angelis, la cosa gli esce con naturalezza e fin qui la cosa potrebbe apparire quasi normale. Ma il rilievo straordinario è che seppur con l’intento “rivoluzionario” riesce comunque a conservare grande rispetto per la tradizione, nonostante si evidenzi l’anelito di restaurare il sound con elementi personali, nel cui mondo scritturale aleggia la volontà di ri-stilizzare il tutto con garbo e dovizia di particolari. Ne scaturisce il secondo album Perspective, successore dell’altrettanto interessante Believe not Belong impreziosito dalla special-guest Takuya Kuroda (trombettista nel giro della Blue Note Records).
Torna, quindi, con otto brani che dispiegano correnti di Nu-Jazz, afrobeat, soul e animelle di hip-hop, in un ventaglio di belle sensazioni uditive, nel quale il Nostro sa come trattare la materia senza stravolgerne le origini ma col piglio di elargire qualcosa di poco inflazionato. Già nell’opener Gap affigge un manifesto di contemporaneità con incroci sonori mirabili e misurati, mentre in My own way e Rose s’apprezza ( non poco), la straordinaria ugola di Leo Pesce che mostra classe e padronanza di mezzi in ogni situazione proposta, che sia acid-jazz o new-soul: un gigante! L’asse espositivo si sposta in medio-oriente con la magnetica Saharian Dance Hall avviluppata in dinamico afrobeat che trascina senza indugi di sorta, grazie alla pacca equilibrata ma decisa del drummer Federico Scettri. Invece, l’altra eleganza passerella vocale sfila con Gabriella di Capua nell’elegante atelier di Deep, forgiato in salsa ambient-jazz, laccato dal sapiente sax del Nostro che cala sempre l’asso della discrezionalità virtuosa. Ok, la voce è importante, come pure l’aspetto testuale ma, talvolta è bene anche lasciar parlare soltanto la musica come in Floating soul e Sankara, plasmate in lodevoli melting-pot carismatici e fluenti. A serrare i battenti spetta all’eclettica Hypersensitive, testimone dell’ampio raggio creativo di Vittorio de Angelis, musicista dall’animo percettivo e sensoriale: insomma, un rabdomante dell’originalità.
01. Gap
02. My own way
03. Saharian dance hall
04. Deep
05. Floating soul
06. Rose
07. Sankara
08. Hypersensitive
Vittorio de Angelis: sax, flauto, synth - Francesco Fratini : trumphet - Seby Burgio: piano, tastiere - Daniele Sorrentino: basso - Federico Scettri: batteria, percussioni - Leo Pesci: voce - Gabriella Di Capua: voce