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Gianluca Mondo

Petali

Se si canta d’amore, si canta anche di sofferenza, è inevitabile, e poi di tensione emotiva, di angoscia, di dubbi, di slanci, di ciò che si dà, si riceve, e di ciò a cui si rinuncia; insomma di un microcosmo di passioni a volte lasciate libere di scorrazzare, altre volte imbrigliate per puro istinto di conservazione. Gianluca Mondo non nasconde le proprie ascendenze artistiche: Bob Dylan, Lou Reed, Lyle Lovett, Leonard Cohen, tutta “gente” che molto difficilmente è riuscita a vivere, ed a cantare, situazioni lineari, momenti privi di problemi, dubbi, complicazioni.

Quindi atmosfere dense, fumose, gocciolanti di alcool, sangue e sudore, e ricche di sentimenti forti, violenti. Rendere tutto ciò in musica vuol dire ritmiche spezzate, chitarre distorte, che sfruttano il feedback e sono perennemente a rischio di saturazione: Il dilemma del porcospino, Io te lei lui. Poi, di colpo, alla durezza della musica si sostituisce quella delle parole, Crapshooter, ed il cerchio si chiude perché si passa dall’espressione di queste sensazioni verso l’esterno all’introspezione: parole distillate una ad una, fatte pesare, più a se stessi che agli ascoltatori, qualcosa che sta a metà fra una confessione ed uno sfogo, una sorta di catarsi liberatoria in cui il commento musicale funge da mezzo “di trasporto” su cui le rivelazioni si accomodano, o vengono gettate, per essere portate in giro. Che poi, tutto sommato, più che un parlare “agli altri”, questo percorso appare più come un dialogo/scontro con se stessi, un “redde rationem” con le proprie incertezze, fatto prima di ripartire, ammesso che si individui un percorso.

Petali, il titolo dell’album, è un titolo volutamente contraddittorio, che vive di opposti, perché alla delicatezza “visiva” del petalo, espressione di gradevolezza e di morbidezza, si contrappongono le dodici tracce, i dodici petali “pesanti”, spigolosi, che a volte colpiscono “in pieno”, con violenza esplicita, altre volte “di taglio”, attraverso stilettate sottili e precise, quasi chirurgiche, dopo le quali il dolore si prende qualche secondo prima di affiorare e “fare male”, e lo fanno con i suoni, e con la parole. Tutto ciò in un’atmosfera plumbea, raramente attraversata da raggi di luce, abbacinante e forse artificiale: un ambiente che si trova collocato fra il set di Blade Runner o Sin City, ed un qualunque paesaggio periferico urbano moderno, magari appartenente ad una di quelle megalopoli in cui questi luoghi non vengono considerati, non appaiono oppure, semplicemente, per il mondo non esistono…

Petali è un album “sporco”, un treno impazzito perennemente a rischio di deragliare e che, miracolosamente, riesce a mantenersi in bilico sul suo binario, ma lo fa travolgendo tutto ciò che incrocia sulla sua strada; eppure, contrariamente a quanto si possa pensare, è abbastanza distante dal blues, ovvero dal genere che, più di ogni altro, ha incarnato l’esistenza trasandata, polverosa, alcoolica, quel vivere, volutamente o meno, ai margini quando a volte si fatica anche a capirne i contorni, ed è un attimo scivolare oltre. La vita descritta da Gianluca Mondo è un’esistenza perennemente al limite, sul ciglio, in equilibrio precario, eppure non c’è mai una rassegnazione assoluta ma si intravedono segnali di vita, cenni di reazione, anche se a volte solo abbozzati. Parafrasando un noto cantautore milanese: “… il futuro è un’ipotesi…”.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Carlo Marrone, Alec Dreiser
  • Anno: 2014
  • Durata: 50:33
  • Etichetta: Controrecords

Elenco delle tracce

01. Il dilemma del porcospino
02. Crapshooter
03. Rivelazioni
04. Istruzioni per Lipe
05. Petali
06. Valentina blues (per Carr)
07. Nebbia fra gli scacchi
08. Lo sbocciare della magnolia
09. Dimenticare gli angeli
10. Il punto del cinghiale (per Skip James)
11. Labbra
12. Io te lei lui

Brani migliori

  1. Il dilemma del porcospino
  2. Crapshooter
  3. Lo sbocciare della magnolia

Musicisti

Carlo Marrone: chitarre, chitarra solista, chitarra noise, chitarre Paradiso, synth, loops, batteria acustica, basso, cori, voce distorta, drum synth  -  Alec Dreiser: basso elettrico, basso distorto, cassa jack, percussioni, tastiera Miracolo, synth  -  Gian Luca Mondo: voci, chitarra ritmica Fender  -  Emanuele Orsini: batteria  -  Enrico Farnedi: tromba  -  Sheson Delay: voce