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P.F.M

PFM in Classic

Ad affrontare “uno scontro/incontro” con un’orchestra abituata a suonare musica classica non è impresa semplice. In molti gruppi, nel tempo, ci hanno provato ma non sempre il risultato è stato particolarmente brillante. Alla veneranda età di oltre quarant’anni di carriera l’azzardo lo ha voluto provare la Premiata Forneria Marconi che già due anni fa, al teatro degli Arcimboldi di Milano, si era esibita accompagnata dall’Orchestra sinfonica di Lugano (con la direzione di Bruno Santori e i Cameristi della Scala) ed il risultato era stato più che lusinghiero soprattutto perché aveva dimostrato che la band era assolutamente in grado di affrontare il confronto con un gruppo imponente di musicisti quale l’orchestra sinfonica rappresenta.

Da quel momento in avanti per loro si è fatto strada, in modo sempre più determinato, l’esigenza di affrontare l’incontro tra sinfonia e rock dal punto di vista discografico e questo desiderio ha “concepito” l’opera “PFM in classic (da Mozart a Celebration)”. Un doppio album corposo, che Franz Di Cioccio, Patrick Djivas e Franco Mussida affrontano insieme alla Psymphonyc Orchestra, guidata anche in questo caso dal Maestro Bruno Santori (qui nella foto); nel primo cd si racconta il mondo della musica classico-sinfonica letto anche da PFM, mentre il secondo cd è esattamente il contrario. Questo lavoro, in mani altrui, avrebbe potuto essere una sorta di disastro annunciato tante erano le difficoltà nell’affrontare brani classici così vari come quelli scelti dalla PFM.
Mozart, Dvorak, Mahler, Prokofiev, Verdi, Rimskij Korzakov, Saint- Saens sono gli autori classici che sono andati a riempire i solchi del primo album. Una scelta davvero coraggiosa in quanto gli autori sono differenti per storia, sensibilità, background, origini, culture. Basti pensare al ritmo di un brano serrato come La grande Pasqua russa e, di contro, la grande morbidezza dei suoni presenti in Nabucco. Oppure la verve de Il Flauto magico paragonata all’incedere ampio e sinuoso della Sinfonia n° 5 di Mahler.

Nulla è stato lasciato al caso, ma tutto è stato inserito in un contesto di musica che non ha paragoni nella discografia italiana. Il genio musicale dei componenti la PFM è semplicemente sublime, pari solo alla loro semplicità e disponibilità umana. Questa prima parte del lavoro rappresenta, certamente, una delle vette più alte della produzione discografica italiana che, a nostro avviso, in un periodo di vacche magrissime se non agonizzanti, è una sorta di tesoro nascosto da non perdere, anzi, da diffondere.
Ogni nota proposta dagli strumenti e dall’orchestra la si percepisce come nota meditata, studiata, provata e riprovata, discussa, contrastata, acquisita. Qui è la musica è soggetto assoluto che chiede d’essere apprezzata ed amata nelle sue viscere, nella sua intellettualità e nel suo significato più profondo che è quello di trasmettere felicità agli uomini: paradossalmente anche a coloro che non l’ascoltano.

Perché il punto è che album come questi non riescono al meglio “solo” se i musicisti sanno suonare bene le parti ad essi assegnate ma, soprattutto, se essi sono in grado di “essere” musica. Questa è la differenza, fondamentale, tra i bravi musicisti e coloro che arrivano al cuore degli ascoltatori, di coloro che si nascondono e confondono tra le note suonate, trasformate, donata all’etere, donate alla memoria del tempo.

E per comprendere quanto la musica classica proposta nel primo dei due cd fosse così vicina al suono “originale ed originario” di PFM, ci sono i brani presenti nel secondo album. Brani (canzoni?!?) che hanno fatto la storia della discografia italiana e che sono impressi nella memoria e nel cuore di tutti gli appassionati e cultori del rock progressivo che ora, d’incanto, si amalgamano fino a diventare una nuova dimensione della musica classica. Un brano come Dove…Quando, ad esempio, ne è la prova lampante ed indiscutibile. E che cosa dire dell’intro di Impressioni di settembre che pare arrivare dalla musica russa e dall’epica da essa raccontata ed evocata. Un brano questo che, scritto oltre quarant’anni fa ci giunge, con l’apporto dell’orchestra, fresco ed innovativo quasi fosse stato scritto in questi tempi oppure, magia e mistero della musica, oltre cento anni fa…

E giusto per ricordare ai troppo seri o seriosi che la musica è anche energia e divertimento, le “istruzioni per l’uso” dell’ultimo brano, dettate dalla voce di Franz Di Cioccio, ci arrivano per indirizzarci verso le note dell’Ouverture del Guglielmo Tell, loro immancabile cavallo di battaglia sui cinquemila e passa palchi da loro cavalcati nel corso della loro luminosa carriera.
In chiusura due parole sul pregevole libretto che accompagna l’album (nella versione in vinile davvero pregevole per l’ampiezza delle fotografie) con le immagini ed il progetto grafico a cura di Guido Harari, da sempre vicino alla band, con le note di Lorenzo Arruga. Un prezioso supporto di parole ed immagini per un album prodigioso che, vogliamo segnalare, è dedicato alla memoria di Leonardo Kosarew (nella foto), prematuramente scomparso nel giugno del 2012.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Franz Di Cioccio, PFM
  • Anno: 2013
  • Durata: 57:35 + 57
  • Etichetta: Aereostella

Elenco delle tracce

01. Overture da “Il flauto magico”, incluso Trazom, Deoama

02. Danza Macabra, incluso Passeggiata di fantasmi

03. Danza Slava n° 1, incluso I monti slavi; Il monte Pief

04. Sinfonia n° 5, IV° movimento, incluso adagietto, adagio elettrico

05. Romeo e Giulietta, Danza dei cavalieri, Il potere dell’amore; Gli amanti di Verona

06. La grande Pasqua russa, incluso Danza della Pasqua

07. Ouverture da “Nabucco”, incluso Donosor B.

 

Tracce CD 2

01. La luna nuova

02. Promenade the puzzle

03. Dove…quando

04. Maestro della voce

05. Impressioni di settembre

06. Suite italiana: a) sinfonia n° 4, Italiana; b) Celebration; c) la danza

07. Ouverture da “Guglielmo Tell”

 

Brani migliori

Musicisti

Franz Di Cioccio: batteria, percussioni, voce Patrick Djivas: basso elettrico Franco Mussida: chitarre elettriche ed acustiche, chitarra 12 corde, voce   Ospiti Lucio Fabbri: violino, seconde tastiere Roberto Gualdi: seconda batteria, percussioni Alessandro Scaglione: tastiere Psymphonyc Orchestra diretta dal Maestro Bruno Santori   ------------------------------------------- Fotografie: Guido Harari Arrangiamenti: PFM