Il Garage Ermetico
Seguendo
le tracce del fumetto omonimo firmato dal grande maestro francese Moebius, Il Garage
Ermetico plasma un mondo vario e stratificato, fumoso e impenetrabile, abitato
dai due responsabili del progetto, i bergamaschi Daniele Suardi, voce, tastiere
e chitarre, e Maurizio Bonfanti, basso, chitarre e campionamenti. Il duo
abbraccia la dottrina di un low-fi fatto di esecuzioni sufficienti sporcate, un
suono che va dritto in ruvidezza ai tweeter degli altoparlanti, lasciando in
secondo piano i bassi, per quanto corposi, come tutta l’interessante sezione
ritmica.
Come
suggerito dal packaging e dagli artwork interni, quello del Garage Ermetico è
un immaginario di sovrapposizioni, di elementi scontornati rozzamente e
giustapposti, nei testi, in bilico tra istantanee di vita vissuta-romanzata
(nella nebbiosa Azzurroarancio di Lambrate)
e accostamenti – per l’appunto – ermetici, come nelle musiche: lo vediamo nel
risveglio dorato da carillon che si trasforma in un implacabile danza di
timpani in Domenica o del suggestivo
strumentale in coda a Cara noretta.
In
fondo, è proprio la grande varietà musicale a essere il quid di questo quarto
disco del duo bergamasco, con composizioni multiformi ma organiche in cui si
scorgono influenze dei Beatles (La
carezza) o dei primi Radiohead, lontani abbagli berberi e fisarmoniche in
punta di piedi. Un album che invece perde efficacia e interesse a causa dei
testi in realtà poco immaginifici, imprigionati talvolta in un ermetismo
autoimposto, talvolta in quadretti dipinti con colori ormai arrugginiti, resi persino
illeggibili da una produzione fin troppo pretenziosa nella sua crudezza sonora.
01. Domenica
02. Vicodellacrocebianca
03. Cacciavite
04. La carezza
05. Vuoti a rendere
06. Azzurroarancio di Lambrate
07. Prequel noretta
08. Cara noretta
09. Madre di Dio e dintorni
10. Adés dorma