Dome La Muerte
Anche il rock italiano ha i suoi Keith Richards. I suoi Alice Cooper, i suoi Jello Biafra, i suoi Mark E. Smith. Magari meno conosciuti perchè “gli americani (e gli inglesi, aggiungerei ndr) ci fregano con la lingua”, come disse un Guccini d’antan, o meno rispettati perchè nati a San Vito Chietino o a Gallarate piuttosto che a Shepherd’s Bush o Austin, Texas. Ciò non toglie che anche noi abbiamo i nostri dannati, diciamo così, del rock’n’roll e dal rock’n’roll: Dome La Muerte è uno di questi, uno che in Italia ha lasciato il segno già negli anni Ottanta, con i CCM e soprattutto i Not Moving, e da alcuni anni porta in giro il progetto di Dome La Muerte and The Diggers. Hardcore, rock’n’roll e garage-punk, dunque: ma non qui.
Questo Poems For Renegades, titolo emblematico della prima fatica solista, è infatti un lavoro quasi esclusivamente acustico, folk e country, non lontano dai suoni di quel Village dove un giovane Robert Zimmerman si fece le ossa. Indizi chiari, affidati alle lunghe tirate di armonica e alla cover Billy (dall’album Pat Garrett & Billy The Kid), di una rottura con il passato di Dome. E di un ritorno al quello del rock, giù giù fino agli Shadows (che tutto erano fuorchè maledetti), evocati dalle sonorità della strumentale Renegades Song. C’è molto cuore, in questo esordio solo dopo trent’anni di carriera, e onestà nel presentarsi voce e chitarra, a nudo; e proprio il cuore dell’ascoltatore il nostro riesce a raggiungere, nel suo inglese casereccio, con le vibranti Poem for Alex e Shine On Me.
Altrove, si avvertono invece pesantemente i clichè del genere (buona parte degli strumentali, come Renegade Train e Drops) e una certa dose di maniera(Blue Stranger Dancer e Tonight Is Raining), e un po’ si rimpiangono gli antichi fasti. Ma quando passato e presente si fondono, il blues e il country-western incrociano il punk (Talking Truck Stop Blues e la rilettura dei Ramones I Just Want To Have Something To Do), le cose cambiano: la voce di Dome si fa acre e profonda, la tensione emotiva sale e ti ricordi cos’era che avvicinava quel Domenico Petrosino, pisano e non inglese o americano, ai colleghi renegades universalmente noti.
http://www.myspace.com/domelamuerteandthediggers
01. Renegade Theme
02. Talkin' Truck Stop Blues
03. Renegade Song
04. Billy
05. Renegade Cry
06. A poem for Alex
07. Renegade Train
08. Blue Stranger Dancer
09. Shine on me
10. Tonight it' s raining
11. They will fall
12. Where' ve all the poets gone
13. I just want to have something to do
14. Drops