Fadà
Benvenuti in questo piccolo paese delle meraviglie, in questo modo abitato da personaggi improbabili quanto intuitivamente attualissimi; benvenuti in questo ordinato pout pourri di note, ritmi sghembi, rumori “elettroplasticosi” che rallegrano non poco l’ascolto di Polvere di musica, debutto, come solista, di William Fusco, in arte Fadà, che dopo diverse esperienze “sotto forma” di gruppo ha deciso che adesso avrebbe fatto da sé.
Va da sé che, con un background fatto anche di esperienze quali la William Fusco Marabut Orchestretta, mix di teatro, musica e vaudeville, il risultato sono dieci tracce decisamente “gustose”, anarcoidi nell’esecuzione, negli arrangiamenti e nei testi, volutamente caricati e caricaturali, in cui personaggi improbabili quali La donna cervello, Il poeta, Il cappellaio matto, Nemo, si alternano a situazioni surreali, La notte delle streghe, o ad ambientazioni quasi oniriche, L’antidoto.
C’è qualcosa di zappiano, in tutto ciò, non tanto nella complessità musicale, che, di fatto, non c’è, perché le linee melodiche sono in realtà abbastanza lineari, quanto invece nella volontà e nella capacità di giocare con la musica, suonando per scherzo partiture serie, verrebbe da dire. E la voce, un po’ cantante un po’ narrante, dà proprio l’idea di aver incrociato, non si sa quanto per caso, un tipo decisamente “svalvolato” ma dotato di una capacità affabulatoria tale da portarci un po’ dove gli pare…
Manca una vera e propria sezione ritmica, e la collaborazione “postuma” di Steve Jobs, della quale non sappiamo quanto egli sia stato consapevole, passa ovviamente attraverso le sue macchine che hanno in parte risolto diversi problemi di “peso”, per quanto riguarda il trasporto degli strumenti, fondamentalmente per i tastieristi, ma in questo caso, simpaticamente, “legano le mani” anche al possibile batterista che, semplicemente, non c’è.
Eppure il ritmo c’è, eccome, anche perché, a parte l’elettronica, la scansione delle parole, il modo di cantare, la varia congerie di rumori, quel po’ di basso e contrabbasso affiancato dai fiati fanno, indubbiamente, battere il piedino, tipo Like a danz, per capirci, in un gioco musicale che ha, neppure troppo velatamente, qualcosa di Brechtiano.
Come tutto ciò possa essere proposto dal vivo suscita, onestamente, una grande curiosità, perché davvero lo spazio lasciato a possibili invenzioni visuali è davvero ampio: qualcosa di diverso dal semplice teatro-canzone, di più elaborato del vaudeville, di più irriverente e meno schematico della rivista; questo è un disco non solo da sentire, ma soprattutto, più che da “vedere”, da immaginare, perché offre davvero a chiunque la possibilità di costruirsi un piccolo mondo in cui inserire i personaggi.
E stimolare la fantasia altrui è davvero un bel modo per mostrare la propria…
01. Cinemà e le pazze stelle
02. L’antidoto
03. La donna cervello
04. La notte delle streghe
05. Il poeta
06. Il cappellaio matto
07. Like a danz
08. Perfect face
09. Nemo
10. Souvenir
Fadà (William Fusco): voce, chitarre Pasquale Farinacci: violino Nicola Giovannitti: contrabbasso Alessio Di Rubbo: basso acustico Marco Coviello: brushes Libero Fusco: tamburello salentino Giuseppe Di Meo: sassofono Andrea Di Lallo: trombone Steve Jobs: drum machine, varisounds