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Powerillusi

Powerillusi & Friends

Sarà stata la fine degli anni Ottanta e avevo iniziato a lavorare in una radio friulana, Onde Furlane, libera ma libera veramente. Eravamo a giocarci gli ultimi scampoli della guerra fredda, che era la pietanza distribuita per decenni e che ci aveva abituato lo stomaco, così pensavamo, a qualsiasi peggio e invece. Che poi a stare lì a Nord Est, nella provincia dell’impero, con tutti quelli che venivano mandati a fare il militare da noi per far da baluardo al pericolo rosso che premeva alle frontiere, ti sentivi al centro della storia e invece. Di lì a poco si sarebbe spento tutto, abbiamo scherzato e si ricomincia a giocare in un altro cortile, e a noi ci son rimaste le caserme vuote, le pizzerie vuote e un senso di scampato pericolo che non sapevamo spiegarci e invece. Ma allora mica lo sospettavo che il mondo avrebbe preso ‘sta piega da nuovo Medioevo crociato del presente, in bilico tra Weimar e l’Apocalisse. Mai avrei immaginato la riproposta sugli schermi delle nostre povere menti di remake tipo “I ragazzi tornati nel Brasile”, una pellicola che, pensa cosa vanno a inventarsi, racconta la svolta nazista dei simpatici carioca, che pare un ossimoro e invece. Insomma ero lì in redazione, che poi era proprio di fronte al centro sociale autogestito, strappato alla sonnolenza della provincia friulana occupando gli stabili dell’ex mercato ortofrutticolo. E c’erano riviste autoprodotte e tirate alla vecchia con il ciclostile o fotocopiate nel nome del nuovo che avanza e c’era la musica autoprodotta e distribuita fuori dai canali tradizionali. Il nostro pusher di quei suoni lì era Magou. E ci portava tutto ‘sto vinile e anche le cassette e le fanzine e noi si fremeva per quel sogno di liberi dischi in libero antistato. E ce li ho ancora quei materiali lì e son parte di quella ciclopica memoria personale di suoni e pagine, che a ogni trasloco rendono banali gli sforzi per erigere piramidi e tracciare linee a Nazca. E un giorno Magou mi passa questo quarantacinque giri in bianco e nero, che magari la copertina era a colori ma io ho una memoria a basso costo e ricordo così e c’era questo gruppo torinese, allora dal capoluogo sabaudo arrivava un sacco di mercanzia. All’epoca scrivevo di etichette indipendenti su Frigidaire, una rivista che se non la sai non sai sostanzialmente un cazzo, e quando potevo, lungi dal sospettare che un giorno ci avrei messo casa, andavo nel capoluogo sabaudo a fare il pieno di vinile e storie.  Insomma era il primo quarantacinque giri dei Powerillusi e si intitolava Il nostro primo 45 giri. A completare l’opera il lato b si intitolava Lato B ed era la cover a cappella, proprio, di Let it Be dei Beatles. Detto per inciso, una frase tipica quando si recensisce un disco, questa canzone mi ha permesso negli anni di generare betoniere di simpatia nelle serate invernali quando al culmine di baccanali imbarazzanti intonavo il pregevole rivisitato dei ragazzi di Liverpool e ci sono rimasto male scoprendo che non è in questo pur ricchissimo cd doppio.

A distanza di trent’anni questi qui, che saranno poveri e illusi ma non hanno mai mollato e si sono intestarditi a dare un seguito alla loro vicenda artistica in bilico tra satira, ironia, demenza tantissima e intelligenza raffinata dosata con, forse, strategica parsimonia, fanno il punto sulla loro storia che è anche un po’ la mia. E ‘sti Powerillusi son qui a portarmi il conto di trent’anni di vita e lo fanno con un ricchissimo cd doppio pieno di ospiti che, ora che guardo, sono spesso miei amici e sorrido pensando che nessuno di loro in questi mesi m’aveva confessato la compartecipazione a questa cappella Sistina della demenzialità. Una incredibile sorpresa. Un doppio disco potentissimo con un branco incredibile di ospiti, davvero tantissimi, e non li cito per non fare torto a nessuno. Non vi dico nemmeno i titoli, ma sappiate che dentro c’è davvero il nuovissimo testamento della canzone quella lì. Ricchissimo booklet all’interno della pregevole confezione. Se siete stati parte di quella storia che ho accennato, se sapete di cosa sto parlando, tenetevi alla larga che già sapete l’aria che tira e potreste rimanere trafitti dalle vostre emozioni ma se, invece, non avete idea di ‘sta roba qui cercate di non morire senza aver vissuto mai e comprate ‘sto disco, che poi vengo a casa vostra con una cassetta C90 e me lo copiate. Ah già, a distanza di trent’anni io lavoro ancora in quella radio lì. Loro continuano a suonare. E invece.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Vito Vita
  • Anno: 2018
  • Etichetta: Nota

Elenco delle tracce

CD 1
01. Dottor Antonio Lo Sapio - Introduzione
Giorgio Scapecchi e i Powerillusi - Uno due tre prova
02. Gli Avvoltoi - Non siamo mica musicisti
03. Fanali di Scorta - Io mi quoto in borsa
04. Fabio KoRyu Calabrò - Per fare un disco
05. Valerio Liboni e i Powerillusi - Saremo famosi
06. Marco Carena - Il bagno degli altri
07. Conciorto - Cavolfiore chanson
08. Tony Borlotti e i suoi Flauers - Quella della radio
09. Mirafiori Kidz- Quella rap
10. Powerillusi - Improvvisamente
11. I Potage - Il loro primo 45 giri
12. Mao e i Powerillusi - Quella del papà
13. Alessio Lega - La voglia di non lavorare
14. Roberta Lee Tracchini e i Powerillusi - Quella dei merenderos
15. Truzzi Broders - Quella del rock
16. Paco d'Alcatraz e i Powerillusi - Sessantanove
17. Gerry Bruno dei Brutos e i Powerillusi - Ma io ti amavo 

CD 2
01. Massimo Lajolo & Onde medie - Non ho più niente (ma sono felice)
02. Matteo Castellano - Forma di chiappa
03. Figli di Guttuso - Non bago
04. Giangilberto Monti - Matrimoni e funerali
05. Skiantos e Powerillusi - Il superpezzo
06. Caterina Letizia Accorsi e The Essence Quartet - Qualcuno ci spieghi il jazz
07. Cristiana CriCri Maffucci e i Powerillusi - Quella della ciabatta
08. Omar Pedrini e i Powerillusi - La nostra song inglese
09. Pino D'Angiò e i Powerillusi - Disco mixion
10.  Johnson Righeira e i Powerillusi - Che bello sto male
11. Antonella Bellan Koorina e gli MP3 - Par Condicio blues
12. Giangilberto Monti e i Powerillusi - Allah è al bar
13. Powerillusi - Olio di palma
14. Coro ExCess - Il bambino povero

 

Brani migliori

Musicisti

Vince Ricotta: voce, pianoforte in “Uno due tre prova”, chitarra ritmica in “Saremo famosi”, chitarra solista in “Improvvisamente”, chitarra elettrica in “Quella del papà, cori in “Io mi quoto in borsa”, “Per fare un disco”, “Il bagno degli altri”, “Quella del papà”, “Forma di chiappa”, “Il superpezzo”  -  Paolo Rigotto: batteria, tastiere, chitarra elettrica in “Uno due tre prova”, basso in “Il bagno degli altri”, slide guitar in “Olio di palma”, organo il “Il bambino povro”, voce solista in “Il superpezzo” cori in “Saremo famosi”, “Forma di chiappa”  -  Vito Vita: basso, voce solista in “Olio di palma”, chitarra acustica e voce in “Improvvisamente”, cori in “Io mi quoto in borsa”, “Per fare un disco”, “Il bagno degli altri”, “Forma di chiappa”, “Il superpezzo”  -  Alberto Albertin: armonica a bocca, chitarra elettrica in “La nostra song inglese”, sax in “Disco mixion”, voce in “Il superpezzo” e “Par condicio blues”