Fiftyniners
Benvenuti, anzi, bentornati, nei fantastici anni ’50, benvenuti sulla spiaggia, fra le tavole da surf, oppure al drive-in, benvenuti, almeno per qualcuno, nel vostro passato, tirato a lucido in tutte le sue infinite cromature, così scintillanti che vi ci potrete specchiare.
Non ci sono molti giri di parole, nel senso che i Fiftyniners si dirigono dritto sull’obbiettivo, ovvero la rivisitazione di un periodo musicalmente gioioso, frizzante e, perché no, spensierato.
Ed allora, in primis, massima fedeltà ai suoni, “quei suoni”, con quelle chitarre un po’ sinuose, ammiccanti, e poi, via via, sferraglianti come locomotive, batteria e basso sincronizzati su tempi secchi, tagliati, 4/4 si, ma anche, spesso e volentieri, 2/4 al fulmicotone, come in Old rocker, Staying on my home, e la voce, un po’ crooner, un po’ ragazzaccio sfrontato, specie quando il buon vecchio effetto “fuzz” fa capolino.
E dal vivo, è confermato, l’effetto si moltiplica, coinvolgendo il pubblico che diventa parte integrante dello show, come in quei “cari vecchi film e telefilm”… un po’ American Graffiti, un po’ Happy Days…
Tredici tracce suonate “a raffica”, una via l’altra, con qualche passaggio “tex-mex”, Alone, Bullo kid, un’incursione “southern”, un po’ alla Buscaglione, cantata in italiano, L’ultima notte, chitarre acustiche che fanno capolino, Waiting, tredici brani diretti, “asciutti”, senza fronzoli, che ripercorrono il decennio in cui nacque il rock ‘n roll rinfrescandone la memoria, quasi levando, delicatamente, la polvere da un vecchio vinile riportandolo in vita pronto a riesplodere la propria energia attraverso casse acustiche da tempo inoperose.
Un po’ di nostalgia? E’ probabile… qualche rimpianto? Forse… ma anche una sana, sanissima voglia di divertimento, che passa oltre le possibili, inevitabili malinconie per “quei tempi”, e questo perché quella musica, ancora oggi, non perde assolutamente nulla della propria freschezza, della grinta, dell’attitudine “danzereccia” ma anche, e sarebbe già sufficiente, della capacità di far “battere il piedino”.
Perché, come recitano gli stessi Fiftyniners in uno dei loro brani, contenuti in Psychorama : «old rocker never die…».
01 Lonely sick star
02 Overboogie
03 Psychorama
04 Old rocker
05 Alone
06 L’ultima notte
07 Don’t be scared
08 Bullo kid
09 They’re back
10 Staying on my home
11 Rock n’ roll stoned
12 Waiting
13 Lucky
Nick “Nitro” Alfieri: vocals, Gretsch guitars Gino “Speedking” Russo: drums Antonio “T-Bone” Chiacchia: bone bass