Pan Brumisti
Raramente ho consigliato
l’acquisto di un album. Per delicatezza rispetto ai musicisti interessati, per
correttezza nei confronti di coloro per i quali non viene fatta una segnalazione
“speciale”. Ma nel caso di Quelle
piccole cose dei Pan Brumisti la
regola può essere tranquillamente elusa. Già, perché questo non è un album
“normale” di un gruppo o di un artista. No, qui siamo di fronte ad un lavoro,
anzi, ad una storia importante, profonda, ricca di memoria e di nostalgia, traboccante di lacrime e sorrisi. Quaranta brani cantati, oltre che dal gruppo
stesso, da tantissimi artisti (italiani, con qualche “infiltrato”) che hanno
saputo raccontare/raccontarsi storie d’amore e di vita, ma anche storie di
vittorie e di sconfitte. Artisti dai percorsi differenti (Finardi, Mingardi, Fava, Têtes de bois, Giorgio Conte,
Roberto Vecchioni, Mauro Pagani, Massimo Priviero, giusto per citarne qualcuno) eppure capaci di
esprimere grande pathos nelle canzoni in cui sono stati chiamati a dare
il loro contributo per questa antologia straordinaria e davvero imperdibile.
“Quelle piccole cose” è un delicato regalo fatto dal Club Tenco ad Antonio
Silva, componente dei Pan Brumisti (insieme a Sergio Secondiamo Sacchi), i
quali si erano fatti conoscere negli anni settanta con un solo album, “I
padroni della città”, entrando anch’essi come parte attiva insieme agli Stormy
Six e l'Ensemble Havadià di Moni Ovadia nella Cooperativa L’Orchestra – un tentativo di rendere differente il
rapporto tra musicisti, management e mercato, che i tempi non aiutarono a
crescere ed a svilupparsi come il progetto avrebbe meritato.
Dei quaranta brani è giusto segnalare che ben tredici sono composti, per
testi e musica, da Sergio Secondiano Sacchi ed altri ventitrè Sacchi li ha
scritti (o tradotti) insieme ad altri autori. Numeri importanti per chi non
è un musicista professionista o, comunque, non vive di musica. Così come
importante è il fatto che sia Sacchi che Silva siano da una vita protagonisti,
insieme ad Enrico De Angelis, di quella straordinaria magia che è il Premio
Tenco. Magia che ha fatto sì che da un locale milanese, il Brumista appunto,
nascesse un gruppo in cui alcuni dei suoi componenti travalicassero le loro
idee musicali per sostenere un signore di Sanremo, Amilcare Rambaldi, che aveva
bisogno di complici per mantenere in vita un’idea folle e piena di sentimento.
Come folle e pieno di sentimento è questo album che apre una finestra su un
tempo ormai dimenticato.
Cd 1
01. Dopo dieci anni (Ricky Gianco)
02. La grande quercia (Alberto Patrucco)
03. I musicanti (Moni Ovadia e Mara Colegni)
04. I vecchi non parlano più (Roberto Vecchioni)
05. Il matrimonio di Antonio (Giorgio Conte e Blue Bop)
06. Via dei poeti (Pan Brumisti)
07. Cielo del los Tupamaros (Juan “Flaco” Biondini)
08. C’è Riano, laghetto? (Skiantos)
09. Giorno per giorno (Gerardo Balestrieri)
10. Alla bellezza (Luis Eduardo Aute)
11. Robinson e la macchina (Paolo Simoni)
12. Vigna verde sopra il mare (Milva)
13. Lisbona quando albeggia (Tetes de Bois e Sérgio Godinho)
14. Italia (Luca Bonaffini)
15. La fionda (Massimo Ranieri)
16. Signora poesia (Peppe Voltarelli)
17. Il momento per lei (Joan Isaac e Mauro Pagani)
18. Al festival de l’Unità (Francesco Baccini)
19. Rottura (Max Manfredi)
20. Le lune di miele (Giovanni Block)
Cd 2
01. Quelle piccole cose (Juan Manuel Serrat)
02. Sulla strada (Francesco Guccini)
03. La danza d’amore (Maria del Mar Bonet)
04. Voglio un blues (Massimo Priviero)
05. Paradise (Pan Brumisti)
06. L’illusionista (Carlo Fava)
07. Gli argonauti (Stefano Bollani)
08. Ti amerò (Gigliola Cinquetti)
09. Ma plus belle histoire d’amour (Daniele Caldarini)
10. Gabriella degli specchi (Fabrizio Consoli)
11. La supplente (Mauro Ermanno Giovanardi)
12. Quand’è dove si va (Mimmo Locasciulli)
13. Che ami il mio sorriso (Pan Brumisti)
14. Per Daniela (Pedro Guerra)
15. 19 giorni e 600 notti (Lu Colombo)
16. Il fidanzatino (Marco Onagro)
17. Il mio amore consegnatelo a lei (Andrea Mingardi)
18. Cucciola (Eugenio Finardi)
19. Una canzone a Laura (Roger Mas)
20. La Jambalaya del ricordo e dell’assenza (Pan Brumisti)