Fake Jam
Anticipato dall’omonimo singolo, è uscito Downtown il tanto atteso primo vero album dei Fake Jam. Nati nell’ormai “lontano” 2017 dalle ceneri di una vecchia formazione, i Fake Jam sono un gruppo di giovani under 30 con le idee chiarissime: fare della musica il proprio centro di gravità.
Fin dal nome scelto è possibile rintracciare l’ironia e la sagacia, due delle componenti fondamentali del loro modo di scrivere e dar vita a quelle canzoni che spesso e volentieri sono impregnate di un messaggio di denuncia diretto e tagliente, figlio di una visione critica del mondo che ci circonda priva di filtri. L’ascolto di questo album è un vero e proprio viaggio tra tutte le macchie della nostra società, con un focus evidente e costante sull’ipocrisia dilagante, spesso e volentieri di fatto madre di buona parte delle storpiature odierne.
Ma se questi contenuti, ben dosati e centrati in testi in lingua inglese spesso e volentieri tutto tranne che banali, non dovessero bastare, a rendere questo album ancora più sorprendete (soprattutto tenendo presente la giovane età del gruppo) è la straordinaria componente musicale. Un sound funk grintoso, pulito ed espressivo, evidentemente ispirato all’universo Motown, capace di declinarsi alla perfezione in atmosfere diverse, alternandosi duro e crudo qui e suadente e leggero lì, tra il basso trascinante e i contrappunti dei fiati, descrivendo sonorità difficili da rintracciare con queste premesse nella nostra scena musicale. Non sorprende pertanto che questi ragazzi siano legati ad un’etichetta come la Rubik Records, realtà italo tedesca ben proiettata anche al mercato europeo, e che abbiano alle spalle già numerosi concerti al di là delle nostre Alpi.
Tra i brani che spiccano maggiormente tra queste nove tracce più una c’è sicuramente Urban Jungle, uno strumentale travolgente di oltre cinque minuti che descrive perfettamente le atmosfere concitate e affannate di una città pulsante e popolosa, il tutto senza bisogno di alcuna parola. Parole che si fanno invece protagoniste in brani come Blackjack, canzone contro le sempre presenti luccicanti dipendenze dal gioco, e Fake News, dal sound cadenzato e via via sempre più duro mentre racconta i problemi che la falsa informazione crea quotidianamente. Chiude l’album Naive Soul, unico episodio che fa della sospensione una sua componente, con una tromba quasi noir che ci schiude finalmente anche un messaggio di speranza rispetto a tutto il marcio così ben inquadrato nelle tracce precedenti.
In conclusione, “Downtown” è nei fatti un album sotto tutti i punti di vista sorprendente, dalla padronanza musicale agli arrangiamenti, fino all’espressività della componente vocale. Un disco che speriamo possa essere preludio di una carriera lunga e luminosa: le premesse ci sono tutte!
https://open.spotify.com/album/0b5XTf73Jyy0NQ3zsh1Kz0
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01. Downtown
02. Slaves Of An Image
03. Fake News
04. Let Us Be
05. Urban Jungle
06. Blackjack
07. Yes I Want It
08. I Don’t Care
09. Naive Soul
10. Naive Soul (Reprise)