Enzo Gragnaniello
Si chiama Radice l’ultimo lavoro di Enzo Gragnaniello, ed è un titolo che sembra riassumere l’intera carriera del musicista napoletano, che delle radici ha fatto l’obiettivo e la ragione stessa della propria ricerca musicale. Sono passati quattro anni dal precedente L’erba cattiva (2007), e i toni sono rimasti fedeli al Gragnaniello di sempre: passione per le contaminazioni musicali, temi alti, la voce roca e affascinante, tutta giocata su registri insieme aspri e delicati. Voce che sembra arrivare da uno di quei vicoli del centro storico di Napoli dove Enzo è nato cinquantasei anni fa, e che di quei vicoli usa la lingua in un modo unico, essenziale, poetico. Necessario, quasi. Come se, senza il napoletano, venisse meno la profondità di quello che si vuole esprimere.
Radice è un disco di canzoni d’amore. Dato, ricevuto e negato. A partire dal titolo d’apertura, Vasame, tra i momenti migliori dell’album. Proseguendo con Sotto ‘o mare, dichiarazione d’amore al mare – anche questo è amore, no? – con il testo forse più bello del disco, pieno di rimandi e giochi di parole, per un mare che deve perdonare chi lo sta affondando “pecché nun te conosce ‘nfunno”, e dove “neanche ‘e pisce stanno cchiù”. E passando all’amore malato di Ma tu che può sapè, dove Gragnaniello parla con la voce disperata di una figlia vittima di violenze familiari (“ma tu che può sapè se ‘a femmina songh’io, sacc’io chella ca se passa dint ‘a terra dei fetienti”).
Ci sarà sicuramente qualcuno che alla fine dell’ascolto di Radici avrà da obbiettare qualcosa. E immaginiamo già le critiche di chi dirà che stavolta manca la zampata del maestro, manca insomma una Cu ‘mme del caso, manca il tono generale di un disco come Oltre gli alberi (Targa Tenco 1999). Tutto vero, ma sarebbe stupido pretenderlo. Resta la sincerità indiscutibile di Enzo Gragnaniello, la passione vera per il proprio mestiere. La professionalità di uno che dal 1983 continua a proporre il suo sguardo sul mondo e che ha ancora voglia di raccontarlo. E noi di ascoltarlo.
01. Vasame
02. Senza na luna
03. Sto ‘cca pe ‘tte
04. Tu nun vire mai chi sì
05. Sotto ‘o mare
06. Ma tu che può sapè
07. St’ammore
08. Tu me ‘mparato
09. Comm’è amaro
10. Ma si ce stesse ‘a ricchezza
11. Sto cercanno
12. Indifferentemente
Enzo Gragnaniello: voce e chitarra Franco Del Prete: batteria Piero Gallo: mandolino e chitarra Francesco Iadicicco: basso Ernesto Petringa: violoncello in 12