Red Velvet
Dopo numerose performance in vari festival europei, il duo franco-italiano dei Red Velvet dà alle stampe il primo long-playing. I due creatori del progetto, David Chalmin, cantante-chitarrista, e Fabio “Reeks” Recchia, alle redini della sezione ritmica ed elettronica, fondono analogico e digitale per creare una sorta di sonda d’analisi interiore, che possa vivisezionare sofferenze e disagi che emergono come grida strazianti o riverberi laceranti di rumore in tutto l’album, a partire proprio dalle tracce iniziali, la dolorosa Prayer for the dead, prayer for you e l’urlo devastato di Poison.
Nelle tredici tracce che compongono l’album, a intrigare è proprio il contrasto tra la voce delicata, quasi adolescenziale di Chalmin, accompagnata da riff stranianti e ossessivi di chitarra elettrica, e i bordoni di basso e synth di Reeks, acceleratore premuto sull’alienazione e il disorientamento con batterie (digitali o meno) zoppicanti e schizofreniche. Il disco è trafitto da un’irrisolvibile incompiutezza personale, un desiderio di autodistruzione (Blood on the white carpet) che fa a botte con dichiarazioni di indipendenza (Lab rat) e ricerche di significato (The bird song e My Very Own Stranger) sull’abisso di un’esistenza evocata da immagini livide e desaturate. Curioso anche l’inserimento di una malinconica cover di My Funny Valentine, brano reso celebre da Sinatra, a disincantato suggello dell’impossibilità di raggiungere un compimento sentimentale.
A pagare il prezzo di uno sperimentalismo un po’ derivativo sono soprattutto i testi, poco levigati e quasi morbosi, oltre alle soluzioni musicali, che, per quanto ponderate, spesso esplodono in muri di suono illeggibili.
01. Prayer for the dead, prayer for you
02. Poison
03. Stay & stare
04. Blood on the white carpet
05. Lab rat
06. Waste of time
07. Crystal ball
08. Wake up
09. Red velvet
10. The bird song
11. My very own stranger
12. My funny Valentine
13. Purple diamond
David Chalmin: chitarre, voce Fabio“Reeks”Recchia: humanoid/analog drums, basso ed elettronica