Rebirth of Enora
Ecco un lodevole esempio di come si possano impiegare stili, apparentemente in antitesi tra loro, in un impasto di gran gusto. La formula che rivela il quartetto ferrarese dei Rebirth of Enora è proprio quella di fondere una base di metal-core, dosi di electronic-symphony e pizzichi di grog con palese bravura. Dopo un paio di e.p., approdano sulla lunga distanza con Revelation8, registrato negli Stati Uniti col producer Dan Korneff : album lussuoso e granitico che troverà gradimento anche tra i neofiti del genere.
L'ingresso è spalancato su Inside my brain che fa presagire contenuti tosti e gagliardi con un amalgama del tutto personale. The phantom of myself si incunea in meandri più riflessivi con stilose stesure che sanno, comunque, coinvolgere senza mezze misure, mentre World on fire ha un bell'incalzare tra grinta e stilemi sinfonici. E' piacevole constatare come, anche in àmbiti ballad, se la cavano alla grande con When, where, why, cucita con sapienti dosi di archi e chitarre morbide che non lascia spazio, appunto, ai vari "quando, dove e perché": la lista dell'album è classe sopraffina benché, in piccoli tratti, si fa ricorso ad arrangiamenti troppo lineari. Ma già incombe See you a farci dimenticare piccoli nei, con una traccia tra le più orecchiabili, che gioca la sua forza sull'incisività vocale di Daniele Finardi che non teme il confronto con Brandon Flowers dei Killers. Piuttosto interessante risulta Uniform: tagliente ed efferata all'inizio, voltura la sua identità a metà percorso in placido rettlineo. Con Take me on si confermano abili alchimisti del Sympho-metalcore con pezzi quadrati e retaggi di genere di tutto rispetto.
Tra nervosismi d'elettronica e frenesia ritmica, chiudono l'opera con The end is getting closer in una miscellanea di passionalità e vortici esecutivi. Con Revelation8 i Rebirth of Enora confermano le buone vibrazioni che si presagivano nei precedenti lavori ma con una (r)aggiunta maturità che amplierà i rumors (già ronzanti oltreconfine) anche in terra natia, in quanto la grande dote dei quattro moschettieri è quella di sfidare il rinnovamento con un riformista "work in progress", tanto avvolgente quanto foriero di nuove emozioni.
01. Inside my brain
02. The phantom of myself
03. World on fire
04. I would never
05. When, where, why
06. See you
07. Uniforms
08. Take me on
09. These words we say
10. The end is getting closer
Daniele Finardi: voce, chitarre - Nicola Franciosi: chitarre, voce - Francesco Gessi: batteria, voce - Enrico Dolcetto: basso, orchestrazioni, programmazioni, voce