Mentre l’omonimo debutto di due anni fa poteva essere considerato un episodio estemporaneo, un diversivo dai molti impegni in cui sono coinvolti i componenti dei Calibro 35, questo secondo album è, a pieno titolo, il primo di una band vera e propria. Ritornano quelli di… ripercorre, come il precedente, il filone stilistico delle colonne sonore dei film poliziotteschi degli anni ’70, un genere cinematografico spesso trascurato nel nostro Paese, ma che all’estero ha sempre riscosso pareri favorevoli, soprattutto tra gli addetti ai lavori.

Tredici gli episodi strumentali qui raccolti, di cui otto originali, che la band approccia servendosi di un ottimo bagaglio di conoscenza musicale e proponendo un sound aderente a quello dell’epoca. Non si tratta di un semplice scimmiottamento, ma di un lavoro svolto con perizia sulle tensioni e sull’intreccio di un suono che potremmo definire come funky elettrico o, se preferite, prog attualizzato; soprattutto grazie agli interventi di Enrico Gabrielli che, ai fiati e alle tastiere, si rivela la pallottola migliore del gruppo.

Ritornano quelli di… contiene molti passaggi dal sapore amaro e dall’ambientazione noir. A tal proposito citiamo la rivisitazione – azzeccata sotto il profilo del trattamento delle linee portanti - della morriconiana “Milano odia la polizia non può sparare”, e una serie di rimandi a situazioni dall’alto contenuto emotivo, perimetrato da regole d’ingaggio che non ammettono cali di tensione (“Eurocrime!”) e strutture musicali mai inclini a soluzioni di comodo (“Il ritorno della banda” parte I e II).

Quella dei Calibro 35 si conferma essere una tentazione musicale dettata da non facili interessi commerciali, ma ha tutta l’aria di poter diventare l’inizio di un filone, o quanto meno di sdoganare completamente un genere rimasto troppo tempo in soffitta a prender polvere. Da sparo, s’intende.

Altri articoli su Calibro 35

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

Teatro dal Verme, Milano

Altri articoli di Roberto Paviglianiti

Parole d’amore