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Cristina Cavalli

Ritratti

Mancano pochi giorni a Natale. La mia amata Milano brilla sotto un sole che nulla ha a che vedere con il freddo, il ghiaccio e la nebbia che hanno caratterizzato la mia infanzia.
Al Mercato Centrale, microcosmo senza tempo da poco ricreato all'interno della Stazione Centrale, Cristina sorseggia un espresso, assaporandolo fino all'ultima goccia. Dice "In Spagna, il caffè è talmente terribile da risultare ancor più inaccettabile di quello americano".

Cristina ti entra subito dentro per la sua umiltà, per la sua voglia di vita e per il suo bisogno di esserci per tutti coloro che hanno bisogno di un supporto concreto (ha recentemente creato il progetto Ad Libitum che, in pochissime parole, è un vero e proprio manuale di vita). La sua semplicità estrema stupisce non solo di per sé, ma anche perché Cristina Cavalli è una pianista di fama internazionale - vi rimando al sito cristinacavalli.com per rendervi conto di quanti siano gli angoli del mondo in cui ha portato la sua arte.
Ma al di là della cultura musicale, delle esperienze e dell’incredibile carriera di Cristina, c’è una frase, in Norwegian Wood di Haruki Murakami, che credo la descriva perfettamente: “…ero felice […] per il solo fatto che potevo di nuovo suonare. E riprendendo così i miei esercizi capii più chiaramente che mai fino a che punto amavo la musica. E anche quanto ne fossi stata assetata. Ma la cosa stupenda era che adesso io potevo suonare solo per me stessa”. 

Queste parole, da sole, potrebbero bastare per fare da cornice a Ritratti, importante raccolta di fotografie musicali di cui Cristina mi ha fatto dono, proprio in quel Mercato Centrale senza tempo.

Lei, pianista straordinaria, parte dal presupposto, tutt’altro che scontato, che la cosa fondamentale sia suonare innanzitutto per sè stessi. È questo il punto di partenza per una condivisione che riesca nel suo intento. Probabilmente alcuni di voi storceranno il naso, ma tornate un attimo con la mente a quando eravate bambini: avete forse dimenticato la gioia che vi portava a mostrare il vostro ultimo giocattolo allo zio che veniva a trovarvi la domenica pomeriggio? E oggi condividereste mai qualcosa che non vi emoziona?
"Ritratti" nasce proprio dal bisogno di Cristina di condividere. Di condividere e di raccontarsi, offrendo al contempo all’ascoltatore la possibilità di ritrovare se stesso attraverso l’ascolto di brani, autori, atmosfere e motivazioni molto diverse fra di loro. "Ritratti" è un viaggio fra luci e ombre di quella musica solitamente catalogata ed etichettata per genere e periodo, ma che Cristina libera dalle cornici imposte, per andare a creare un suo personalissimo album di scatti fotografici in note. Il primo scatto, Rachmaninov; l’ultimo, Piazzolla; in the middle, autori fondamentali per la crescita musicale e personale di Cristina.

Il pianoforte si trasforma così in una stanza dei ricordi, in uno strumento perfetto per viaggiare dentro le cose, alla ricerca delle mille sfaccettature che solo un ritratto può regalare - nostalgia, rammarico, gioia, speranza. Un disco particolarissimo, magistralmente interpretato da una pianista incredibile, ma soprattutto da una persona la cui anima può essere descritta solo da un aggettivo: bella.

Mi rendo conto che chi avrà letto questo 'ritratto-recensione' potrebbe rimanere sorpreso, trattandosi di un disco di quattro anni fa. Con tutte le ultime uscite a cui dar conto (e in questo periodo si aggiungono quelle sanremesi...) perchè dar spazio ad un lavoro uscito tempo fa? Forse la mia non sarà una risposta inoppugnabile, ma in un mondo in cui la musica cantata la fa da padrona (anche se oggettivamente su L'Isola stiamo cercando di valorizzare sempre di più dischi di compositori puri) i brani strumentali tendono a dover sudare per farsi spazio; all'interno di questa sfera - emotivamente straordinaria ma pur sempre minoritaria - le nuove produzioni di musica classica tendono praticamente a passare inosservate. Eppure, quest'ultima, con timidezza ma al contempo con forza, in questo periodo così complesso da cui stiamo uscendo, si sta nuovamente ritagliando uno spazio nella fitta nebbia delle parole di molta musica 'usa e getta' che non lascerà il segno. Ecco spiegato il motivo per cui ho voluto portare oggi all'attenzione un disco di qualche anno fa che ci era sfuggito, perchè l'ascolto di "Ritratti" lascia un segno. È una piccola finestra, un racconto che affonda le sue radici nella musica classica ma parla a tutti. Certe scie vanno cavalcate, perchè solo riscoprendo chi siamo possiamo meglio comprendere dove andremo.

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In dettaglio

  • Anno: 2017
  • Etichetta: SGAE

Elenco delle tracce

01. Sergei Rachmaninov, Elegy Op. 3 n.1

02. Giuseppe Devastato, Toccata

03. Carlos Guastavino, Cantilena Argentina n°1, Santa Fé Para Llorar

04. Carlos Guastavino, Cantilena Argentina n.9, El Trebol

05. Carlos Guastavino, Canto Popular n.4

06. Carlos Guastavino, Canto Popular n.6

07. Carlos Guastavino, Canto Popular n.10

08. Alberto Ginestra, Danza Argentina n.1, Danza del Viejo Boyero

09. Alberto Ginestra, Danza Argentina n.2, Danza de la Moza Donosa

10. Alberto Ginestra, Danza Argentina n.3, Danza del Gaucho Matrero

11. Leon Janàček, 1.X.1905 Piano Sonata (from the street): Predtucha

12. Leon Janàček, 1.X.1905 Piano Sonata (from the street): Smrt

13. Maurice Ravel, Pavane pour une Infante Défunte

14. Alberto Ginestra, Preludio Americano n.8 - Tribute to Juan Jose Castro

15. Alberto Ginestra, Preludio Americano n.6 - Tribute to Roberto Garcia Morillo

16. Alejandro Romàn, Luz de Luna (Preludio Nocturno n.2)

17. Carlos Guastavino, El Patio (from “La Siesta)

18. Joaquin Rodrigo, Caleseras (Homenaje a Federico Chueca, from Cuatro Piezas para Piano)

19. Francis Poulenc, Hommage à Edith Piaf (Improvisation n.15)

20. Rudesindo Soutelo, Retrato Duma Moça Na Conversa

21. Astor Piazzolla, Ave Maria

Brani migliori

  1. Francis Poulenc, Hommage à Edith Piaf (Improvisation n.15)
  2. Astor Piazzolla, Ave Maria
  3. Sergei Rachmaninov, Elegy Op. 3 n.1