Supernova
Rock è un titolo piuttosto potente per un disco d'esordio. Ma i Supernova non sembrano volersene curare. Anzi, sembra quasi che il titolo voglia rendere ulteriormente poderosa la già abbacinante esplosione generata dal nome della band – Supernova, appunto. Sembra. Peccato sia tutto sabotato da un packaging da film soft-porno.
Il trio - composto dai due fondatori e produttori del progetto, Sir Andrew, cantante-bassista, e Nero Loz, batterista di Tetes de Bois e Profilax, e dalla più recente acquisizione, la chitarrista Lady Moon - si lancia in una pazza avventura in tredici canzoni, un tentativo di declinare in chiave Supernova tutte le possibilità offerte da quel grosso condominio da due milioni di piani chiamato rock. Sorprendendo per tenacia e coerenza del progetto, i Supernova arrivano in cima con dignità.
L'immaginario dei Supernova è rotten, decaduto fin dalle fondamenta, orgogliosamente rappresentato nella forma di un energico rock-punk al vocoder, flessibile abbastanza da consentire al trio di scivolare senza troppi scimmiottamenti da riff e pestati più metal a ballad alternative. A contorno, i testi, che oscillano tra quadretti demenzial-sentimentali (Non so che cosa c'è? e Clochards) e tentativi di lirismo un po' ingenuotti (Elena e Osmoose). Il tutto è attraversato da un'inquietudine profonda, di una crisi di certezze e credenze, che si muove sullo sfondo di storie d'amore appassionate, o tormentate e oscure, se non proprio seppellite.
Nonostante la poca digeribilità del disco, non certo facilitata dalla perenne distorsione vocale in autotune, va sottolineato il tentativo (anche se “di sfondamento”, in realtà) di costruirsi fin da subito una precisa identità sonora.
01. Non So Cosa C'è?
02. Elena
03. Il Mio Fuoco
04. Sono Qui
05. Maria Morena
06. Osmoose
07. Clochards
08. Lucile
09. Incubo
10. Urlo
11. MC Show
12. Rock&Roll
13. Con te senza te
Sir Andrew: basso e voce.
Nero Loz: batteria e cori.
Lady Moon: chitarre e cori.
Ludo “Sbohr” Piccinini:
assoli.