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Giorgio Canali & Rossofuoco

Rojo

Giorgio Canali non ha mai risparmiato pugni in faccia. E questo Rojo, in particolare - quinto disco con i Rossofuoco - sembra vomitato sotto la pressione insostenibile del presente, ispirato dalla necessità impellente di far detonare con riff e schitarrate graffianti uno slancio vitale braccato dal tuttouguale. E di strapparsi con rabbia all’abbraccio della tagina bianca.

Rosso il sangue, l'amore, la passione politica. Vederci rosso. E quindi due le strade percorse dal Canali: politica (perché tutto è politica) e amore, entrambi vissuti con un'intensità dolorosa. La prima motivo d'indignazione (per essere generosi), il secondo irrinunciabile. In mezzo, ingombrante e inevitabile, la Rivoluzione.

Sembra di vedere Le due orfanelle di D.W. Griffith (1921, per i cinefili), e la sua oggi grottesca rappresentazione della Rivoluzione Francese e della danza della Carmagnola, con i febbricitanti cordoni di manifestanti che danzano sull'orlo della fine del mondo, un raptus che Canali insegue e incita praticamente per tutto il disco. Ecco quindi il sarcasmo di sana cattiveria di Carmagnole #3, o il grido di Regola #1, che sembra la colonna sonora di questi ultimi mesi di Indignados, di Tottenham Road (senza volerne nobilitare le azioni), Primavere arabe e studenti cileni; o anche l'inno anti-clericale, anti-borghese, anti-noia Sai Dove – che infatti fa il paio con Morire di Noja e Un Crepuscolo Qualunque, nomen omen. Quasi a chiusura album, Risoluzione Strategica #6, sorta di infiammatissima Domenica delle Salme made in Canali.

 

Dall'altra parte, dicevamo l'amore, vissuto con la stessa dannazione e cupo batticuore, come una benedizione nera: come a costruirsi un'ascesa, si passa dalla ballata folk La solita tempesta, dalle suggestioni autostradali di Controvento, prima di arrivare alla definitiva Treno di Mezzanotte, seducente,  fottutissima celebrazione dell'amore, delle sue gioie, delle sue lacrime di sangue. Quadratura del cerchio con Orfani dei cieli, crepuscolo del disco, sorta di meta-testamento del disco e della dannazione dell'uomo che vive e quindi sanguina.

Dopo l'altissimo Nostra Signora della Dinamite, Giorgio Canali fa un salto oltre il “metodo” e si abbandona al suo rock'n'roll incazzato. Rojo forse è meno ispirato, completo, gratificante. Ma gronda di una vitalità rabbiosa e contagiosa. Giusta. Non si gioca agli intellettuali, non ci si nasconde dietro il pubblico: qui c'è il cuore, qui c'è il sangue. E non ce ne vogliano i Vaschi.

Canali si conferma il miglior rocker italiano in circolazione. As simple as that: Rojo taglia e, come diceva qualcuno, lascia sanguinare.

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In dettaglio

  • Anno: 2011
  • Durata: 45:25
  • Etichetta: La Tempesta Records

Brani migliori

  1. Regola #1
  2. Carmagnola #3
  3. Treno di mezzanotte

Musicisti

Giorgio Canali: voce e chitarra. Marco Greco: chitarra. Luca Martelli: batteria Giovanni Fanelli: basso. Steve Dal Col: chitarra.