L’ultimo lavoro dei TaranProject vede la collaborazione di un personaggio televisivo con trascorsi canori in duo con Antonio, Antonio&Marcello, già presente in diversi programmi di Renzo Arbore. Marcello Cirillo si è cimentato sul palco del Kaulonia Tarantella Festival insieme a Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea, implementando con la sua voce il progetto tutto calabrese dei TarantProject e, per un originario di Cauolonia (così come Cavallaro), questo è stato un onore e un pregio, rendendo nuove seppur intrise del solito slancio musicale e ritmico, alcune delle canzoni già presenti nei precedenti lavori del gruppo calabrese. Di solito Marcello si cimenta alle tastiere, ma in questo CD ha solo prestato la sua voce lasciandosi trasportare dalle chitarre battenti di Mimmo e dalla lira calabrese di Cosimo

Rolica è un disco che si compone di 9 pezzi, tutti suonati magistralmente dalla consolidata band, riproponendo tre brani suonati live proprio insieme a Cirillo: Citula d'argentu, Stilla chiara e Lu rusciu de lu mare.

Il progetto su supporto è stato fortemente voluto dalla CNI per rendere indelebile l’esperienza vissuta del palco del festival ionico della taranta (ricordiamo che sarà presente su iTunes un Live DVD che ripercorrerà l’emozionante serata).

Una forte curiosità è stata destata dal titolo dell’album: cos’è Rolica? La parola ricorda forse ciò che gelosamente si nasconde come qualcosa di prezioso (nel dialetto calabrese il termine arcaicamente richiama appunto qualcosa di celato e di valore); il lemma dialettale appare nella straordinaria Tarantella d'amuri.

E poi ci sono i loro classici, dalla splendida Cioparella a Lu stessu cielu con una menzione particolare da attribuire al gran lirismo di Stilla Chjara, ancor più armonica grazie al consueto contributo alle percussioni di Alfredo Verdini che in Stafanazzu riesce a rendere musicalmente bucolico il suono dei campanacci che fanno il paio con la tradizionale presenza della zampogna.

È un disco di qualità, accurato e ricercato nelle realizzazioni armoniche e nei particolari acustici, ed evidenzia la pienezza espressiva e la duttilità raggiunte dalla band.

Non più una speranza ma una certezza tra i tanti propositori di tendenze tradizionalistiche, pescatori di memoria e innovatori di ritmo; istrionici nell’adeguare la classicità popolare al sentire dei gusti moderni.

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Giuseppe Novelli