Jovanotti
Lorenzo Cherubini con “Buon
Sangue” del 2005 aveva dimostrato di saper scrivere ottimi brani che spesso
risultavano ancora troppo meccanici. Superati i quaranta, Jovanotti, “come il sole a mezzogiorno”, guarda la vita in maniera
diversa, è più versatile, poliedrico e maturo. Crea una sequenza di canzoni
ridotte all’essenziale che portano l’ascoltatore nella jungla della vita
quotidiana. Secondo l’artista toscano è stata questa «l'avventura più bella di
vent'anni di carriera»: Safari, una
svolta.
Il brano d’apertura Fango suona rasserenante e pacifico.
Nulla di esaltante dal lato musicale, ma mette subito in luce l’accuratezza dei
testi che poi sarà la base dell’intero lavoro. Importante, almeno nelle note, è
la presenza di Ben Harper alle
chitarre, anche se il suo estro si sente poco. L’universo sonoro poi diventa
più limpido e contaminato con Mezzogiorno, riff rockeggianti ed un
arrangiamento di fiati impeccabile. Un episodio coraggioso ma allo stesso tempo
riuscito, che suggerisce una discreta voglia di rinnovarsi. Seguono due
emozionanti poesie, A te e Dove ho visto te: la prima, come una
nuova “Chissà se stai dormendo”, è una ballata romantica che va a ripescare
Endrigo e Tenco; più trascinante invece la seconda, con lo splendido solo del
fisarmonicista ottantaquattrenne Frank Marocco, session man di fama mondiale,
vero maestro di eleganza e raffinatezza.
Scorrono veloci gli altri brani,
tra cui la title-track, con la voce inconfondibile di Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro, piena di suggestioni
visive. Poi le melodie ritornano indietro nel tempo, suoni meno ricercati e più
immediatezza, con un pizzico di malinconia, e un po’ di intonazione in più,
d’altra parte la qualità a volte proviene anche dall'esperienza. Ma con Antidolorificomagnifico si torna alla
sperimentazione. E’ il miglior brano in assoluto del disco: ricercato e
minimale, orientaleggiante nella prima parte, sfiora i cori d’opera lirica nei
cori nella seconda, mentre la strofa è rappata, quasi letta, seguendo un
copione di viaggio che racconta spezzoni di vita, come soluzione a tutti i
problemi della quotidianità. Un piccolo gioiello prima della chiusura-manifesto
di Mani Libere 2008 in
compagnia di Michael Franti, brano che
nel suo scagliarsi contro l’uso indiscriminato delle fonti energetiche e a
favore di quelle rinnovabili completa quella polarità tra fedeltà alle radici
come ai valori della società e scommessa sulla ricerca. Passato e futuro, con
in mezzo il presente di uno dei migliori dischi di quest’anno.
01. Fango
02. Mezzogiorno
03. A te
04. Dove ho visto te
05. In orbita
06. Safari
07. Temporale
08. Come musica
09. Innamorato
10. Punto
11. Antidolorificomagnifico
12. Mani libere 2008