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NoN

Sancta sanctorum

Debuttano, finalmente, con il loro primo album i toscani NoN e lo fanno liberandosi di quella etichetta “dark-wave” che iniziava obiettivamente a stare loro un po’ stretta. Sancta sanctorum si dipana attraverso dieci tracce eterogenee, differenziate, in cui iniziano ad ipotizzare, volontariamente o meno, ma non è dato saperlo, il proprio futuro musicale.

Le atmosfere rimangono sicuramente cupe ma quella che si coglie, non solo nelle strutture musicali ma anche nell’elaborazione dei testi, non è più una serie di situazioni irrimediabilmente “perdenti”, bensì una serie di azioni/reazioni, di prese di coscienza cui fanno seguito risposte: giuste, sbagliate, risolutive oppure prive di prospettiva, ma sempre risposte. Anche gli arrangiamenti e la struttura sonora sono molto pensati e ragionati: da una parte batteria e basso che martellano senza sosta, creando davvero una base oscura ed angosciante; dall’altra chitarre e tastiere che fanno un lavoro “strano”. Queste ultime non si occupano tanto di tessere melodie, quanto di ritagliarsi dei break, o delle sequenze più lunghe, che caratterizzano il brano. La voce rimane, probabilmente per una scelta voluta, quasi in secondo piano per via del timbro basso, della cadenza quasi recitata, e questo se da un lato è sicuramente una caratteristica che nella resa globale denota un certo fascino, dall’altro, soprattutto laddove risulta difficilmente intelligibile, rende un po’ faticoso l’ascolto se non si hanno sotto mano i testi.

Scelta legittima, intendiamoci, ma che penalizza in parte la resa dei pezzi, che a volte risultano come svuotati, quando il cantato viene in pratica “risucchiato” all’interno del brano e pare provenire da un altro luogo, lontano ed ovattato. Altra caratteristica decisamente percepibile è una certa, ed altrettanto voluta, lentezza: i brani difficilmente tendono a “scappare via”, si privano quasi sempre di qualsiasi improvvisa accelerazione e mantengono nel loro insieme una sorta di “aplomb”, riflessivo, quasi meditabondo. Anche i momenti di maggiore pathos non vengono mai raggiunti semplicemente aumentando la velocità o alzando il volume, ma sottolineando invece i passaggi principali, talvolta creando dei vuoti, o una sensazione di sospensione che realmente diviene il perno attorno al quale gira tutto il brano.

Sancta sanctorum è un album davvero particolare, che si gioca molto sui chiaroscuri ed offre una sensazione di indefinito, quasi di non concluso. Fra l’altro concede anche pochi punti di riferimento perché i brani non contengono mai riff o passaggi ripetuti e quindi non ci sono appigli per ricordarli facilmente. In questo senso richiede davvero attenzione e la capacità di calarsi in un mondo “sotterraneo” in cui si vede poco e male, si respira a tratti a fatica ed i suoni sono attutiti e smorzati, ma restituisce sensazioni forti, vibrazioni profonde e percezioni intense.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: NoN, Leo Magnolfi
  • Anno: 2016
  • Durata: 40:00
  • Etichetta: I Dischi del Minollo/Garage Records/Goodfellas

Elenco delle tracce

01. Sancta sanctorum
02. Bukowski piange
03. Tutto il mondo sotto un sasso
04. Così felice
05. La tela del ragno
06. Come l’ombra
07. Ancora resto
08. Sostanza
09. Reti e pareti
10. La paura

Brani migliori

  1. Tutto il mondo sotto un sasso
  2. La tela del ragno
  3. Ancora resto

Musicisti

Zà (Andrea Zingoni): voce, chitarra, pianoforte, organo  -  Max (Massimiliano Leggieri): basso, synth  -  Al Bin (Alvaro Buzzegoli): batteria, percussioni, tamburi  -  Alice Chiari: cello  -  Luca Barachetti: voce recitante  -  Leo Magnolfi: chitarra, effetti