Giuseppe Anastasi
Quando arrivano nuove uscite discografiche come Schopenhauer e altre storie di Giuseppe Anastasi - secondo album in studio dopo il successo di “Canzoni ravvicinate del vecchio tipo” che gli valse la Targa Tenco come miglior Opera Prima nel 2018 - raccontarle diventa piacevole e impegnativo, al tempo stesso.
Perchè Anastasi è un artista già noto ed affermato, e non un (quasi) esordiente, avendo composto per conto terzi i testi di canzoni di successo, fra le quali vanno ricordate Sincerità, Controvento, La notte (tutte per Arisa), oltre a collaborazioni nelle produzioni artistiche di Michele Bravi, Francesco Baccini, Anna Tatangelo, Emma Marrone, Alexia, i Tazenda, e anche perché il secondo disco, date le ottime premesse del primo, è spesso uno snodo insidioso per un musicista, fra la necessità di riconfermarsi, l’aspettativa di stupire e il rischio di ripetersi.
Ebbene, no. Questo lavoro appare ancor più intenso, più maturo, più pensato del precedente, e il talento di compositore di Giuseppe Anastasi è chiaramente l’asse portante dell’album, che apparecchia dodici canzoni dai testi raffinatissimi, cesellati e consapevoli, offrendo uno spaccato della vita, degli affetti, degli interessi dell’autore, che non rifugge dagli accenti politici, sociali e filosofici, abilmente contestualizzati e disseminati, senza eccessi, fra le melodie dell’album.
È musica leggera, nell’accezione succosa e potente che portò Francesco De Gregori ad intitolare così uno dei suoi dischi più riusciti e profondi, e il paragone regge, perché fra disimpegno e leggerezza ci sono molte leghe di strada da percorrere, ed in questo disco non c’è nulla di evanescente, di fatuo, di ammiccante o fine a sé stesso. Un album impregnato di contemporaneità, che rifrange e rielabora le difficoltà e le contraddizioni di quest’annus horribilis, e ci porge il suo filo conduttore nell’intreccio di solitudine (in Schopenhauer, Bingo), inadeguatezza (Boia), straniamento (in Bla Bla Star), critica sociale (in Ancora rose, Polistirolo), smarrimento (in Scrooge), e nel conseguente bilanciamento del rifugio fra gli affetti e la memoria (in Berlino, Ti porto via con me, Luna di cioccolata, Nonna). In questo senso, più che un album di canzoni d’amore, è un album di ricerca dell’amore e della felicità, una ricerca affannosa, intima e sofferta, ben rappresentata nel brano Schopenhauer, che non a caso dà il titolo all’album.
Musicalmente, si apprezza un lavoro vario ed eterogeneo, nel quale convivono il gusto acustico del cantautore vecchio stile, con strutture armoniche minimali, insieme ad arrangiamenti elettro/rock, quasi progressive, tinti di pop a cui si uniscono piacevoli mondi pianistici. Troviamo un abito musicale adatto e congeniale per ciascun testo, e d’altronde Giuseppe ha studiato e poi insegnato al CET di Giulio Rapetti Mogol. Un amalgama che funziona e i risultati sono evidenti. Perchè se al talento innato si accompagnano lo studio e la didattica, e se i musicisti entrano, anche concettualmente, nello spirito dei brani il risultato diventa ancora più convincente. La voce calda dell’artista, dalle tonalità e dagli approcci cangianti, fanno il resto.
Menzione doverosa anche per il titolo e la copertina del disco: infatti, ci piace soffermarci su questi aspetti, in tempi di fruizione atomizzata e immateriale delle canzoni. Il primo richiama la struttura esistenzialista dell’album, la tematica schopenhauriana della volontà di vivere, del rifuggire impulsivo dal dolore e della ricerca del piacere, mentre la seconda è un disegno in bianco e nero, raffigurante un simposio di sei filosofi di diverse epoche storiche. E nel mezzo, Anastasi con aria smarrita, fra antichi tomi, una chitarra poggiata sul lungo tavolo ed un microfono, elementi che rimandano al particolare legame con la musica, intesa come volontà di vivere, insito nel pensiero del grande filosofo polacco.
Fra i dodici brani del disco diventa veramente difficile segnalarne soltanto alcuni e infatti non lo faremo, ma tracciando un giudizio più complessivo ciò che più colpisce è la varietà di suggestioni e stati d’animo che ogni brano regala all’ascolto. E su questo fronte, diciamo anche che molti brani sono costruiti per un’ottima resa radiofonica e l’auspicio è che le emittenti diano a questo lavoro lo spazio che merita, perché un disco così non esce mica tutti i giorni. Ma voi non rischiate, compratelo e tenetelo sempre a portata di mano o di click.
01. Berlino
02. Scrooge
03. Polistirolo
04. Boia
05. Bingo
06. Ancora rose
07. I sogni del colonnello
08. Ti porto via con me
09. Bla bla star
10. Luna di cioccolata
11. Schopenhauer
12. Nonna