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Gara

Senza senso

Molte volte le copertine esprimono appieno forme e contenuti dell’album, altre invece sono mero artificio pubblicitario, altre ancora ‘dicono e non dicono’, come per questo Senza senso. Infatti, l’immagine di Gara in copertina pare suggerire, invita a pensare, sta forse per svelare un mistero, comunica persino di andare oltre le fotografie e di conseguenza impegnarsi a ribaltare il ‘senza’ e il ‘senso’ (musicale e non). Dunque “Senza senso” è l'esordio discografico del vercellese Gara, al secolo Giuseppe Garavana, diciannovenne, matricola universitaria (Lettere a Milano), in precedenza liceo musicale e studi al CPM di Franco Mussida, ora invece lezioni private con il chitarrista Claudio Bazzari (Bennato, Bertè, Finardi, ecc.).

Ma parlavamo della copertina: foto in primo piano del volto di un ragazzo, che si nasconde dietro i capelli, non lunghissimi, ma quanto basta a celare occhi e sguardo. Anche sul retro e nel booklet, il viso rimane in ombra, quasi a velare i segreti dell'animo umano. Ed è magari ciò che vuole davvero Gara attraverso questa sorta di concept autobiografico, dal titolo provocatorio, dove le nove canzoni (tra cui due cover) rappresentano altrettanti capitoli sia di un percorso esistenziale tra infanzia e maturità, sia dell’iter culturale onnivoro. In tal senso il giovanissimo cantautore di ascendenza blues, rock, fusion, manifesta quasi didascalicamente un originalissimo prontuario di esperienze letterarie, sonore, persino filosofiche, ma nella foga, nell'utopia, nell'ingenuità di chi è attorno ai vent'anni.

Nel disco, Gara è poeticamente consapevole di attraversare un momento difficile della natura umana, ma tutto sommato passeggero e che trascorrerà in fretta, senza più tornare, se non nei ricordi condivisi e nelle proprie canzoni. In questo modo egli è già un artista maturo, pur con gli inevitabili limiti del debutto in grande stile di un cantautore dopo che, da almeno un lustro, era solito suonare e cantare prog rock con il proprio sestetto (non a caso ‘Progression’) o a partecipare di recente a contest, premi, omaggi, concorsi, in jam session via via con Ornella Vanoni, Alexia, Fabio Treves, Ghemon, Bernardo Lanzetti, Vittorio De Scalzi, Rita Pavone. Esperienze che in gran parte Gara ha vissuto e vive in maniera strettissima con l’Associazione Minuetto-Mimì Sarà, realtà fondata da Enzo Adriani e che da molti anni si occupa della valorizzazione di Mia Martini e che ha avuto il fiuto di puntare su di lui già da qualche anno. Giuseppe infatti è parte integrante della Mimì Sarà Band (nella foto in alto, in primo piano Raffaele Moretti, Filippo Morini, Andrea Tebaldi e a chiudere Gara, in una serata speciale tenutasi al Memo Restaurant di Milano l'anno scorso) e non a caso per la produzione e gli arrangiamenti di questo suo primo album ad accompagnarlo nella scrittura troviamo il polistrumentista Raffaele Matteucci (in arte Raffaele Moretti) e Giancarlo Del Duca, due elementi chiave di tutta la parte artistica dell’Associazione.

Ma tornando al disco, e andando per ordine, fin dalla prima traccia Gara impiega consapevolmente la popular music novecentesca: Don Mariano è un tipico blues arcaico a supporto di un racconto ispirato al mafioso de ‘Il giorno della civetta’ di Sciascia, sui destini dell’umanità, con tanto di ulteriore citazione pasoliniana. Il Principe Nero, incisivo rock-funk (e coretti un po' soul) affronta l'universo femminino ribaltando la favola del principe azzurro (metafora del superomismo) tra Biancaneve e Cenerentola. Not sense comincia con un riff quasi di heavy metal, rimanendo su un classicissimo hard rock, per cantare una dura critica al mito dello sballo dei propri coetanei, in una persuadente analisi dal di fuori. Arriva poi una cover niente affatto scontata per un giovane che ama principalmente il rock-blues. Parliamo di Una chitarra cento illusioni di Mino Reitano, che con Gara diventa una ballad riflessiva, restituendo dignità al brano intimista di un personaggio sbeffeggiato in vita da molti colleghi e troppi pseudo-intellettuali. Giuda è un'altra ballata, molto più rock, per un racconto da liceale (e da chi conosce assai bene tanto ‘Jesus Christ Superstar’ quanto ‘La buona novella’) sull'idea di tradimento.
A seguire Diario di Bea, brano che si muove ancora in una sofferta rock ballad, teneramente ispirata a una storia vera, il suicido di una compagna di scuola afflitta da depressione, con struggente guitar solo nell’epilogo. Sei un disastro (ascolta il brano) resta idealmente il pezzo centrale dell'album: funky-blues in levare (dunque dai toni un po' reggae) con ritornelli soul-rock (inframmezzati da un parlato talkin’ blues) è l’autoritratto dai 6 ai 16 anni, vissuti già nell'alterità dell'artista; anche qui ottimo assolo finale alla chitarra elettrica, strumento che Gara padroneggia già con abilità (in fondo una foto di Gara con il gruppo con cui suona live negli ultimi tempi). Prima di arrivare all’ultima traccia troviamo la seconda cover, La musica che gira intorno al mondo, in omaggio a Ivano Fossati, il quale resta tra i principali referenti e i massimi ispiratori del Gara cantautore.

Infine, poche note di pianoforte classico introducono Sognando l’arcobaleno, che procede in acustico evocando la vicenda dello sfortunato quattordicenne maliano che perde la vita sulle coste italiane, dopo un naufragio, portando in tasca la pagella quale documento di riscatto sociale e di desiderio di seguire virtù e conoscenza. Alla fine, con “Senza senso”, si è di fronte – perdonate il gioco di parole - ad un album di ‘buon senso’ o, in senso buono, di un album coraggioso, se non addirittura originale, quasi un unicum nel panorama del giovanissimo cantautorato italiano; Gara infatti evita mode, tendenze e punta su valori autentici (nei testi e nelle musiche), ben al di là delle lagne amorose e dei fiacchi arrangiamenti in cui langue, spesso, ciò che i grandi media - a torto - definiscono frettolosamente canzone d'autore.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Raffaele Matteucci  
  • Anno: 2019
  • Durata: 31:14
  • Etichetta: Giga

Elenco delle tracce

01. Don Mariano

02. Il principe nero

03. Not sense

04. Una chitarra cento illusioni

05. Giuda

06. Il diario di Bea

07. Sei un disastro

08. La musica che gira intorno

09. Sognando l’arcobaleno

Brani migliori

  1. Don Mariano
  2. Not Sense
  3. Sognando l’arcobaleno

Musicisti

Giuseppe ‘Gara’ Garavana (Chitarre)  -  Andrea Tebaldi (batteria)  -  Raffaele Matteucci (basso, tastiere e arrangiamenti)