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Serena Finatti

Serena più che mai

Colori tenui, un viso dolce e pulito ed uno sguardo delicato ma al tempo stesso sicuro, proprio di chi sa di aver raggiunto un equilibrio personale, umano ed artistico: si presenta così fin dalla sua cover Serena più che mai, il nuovo disco di Serena Finatti uscito il mese di luglio scorso per Folkest Dischi (e distribuzione CNI Music) che la stessa cantautrice ha arrangiato a sei mani assieme a Andrea Varnier e Mauro Costantini.

Per la cantautrice friulana si tratta del quinto album pubblicato nella sua carriera musicale eppure il primo finora ad essere uscito portando il suo nome di battesimo.
Il nome di Serena Finatti è stato infatti per tanto tempo collegato a quello dei Deja, progetto artistico che negli ultimi anni ha sposato le sorti del vincente sodalizio di Serena con il chitarrista Andrea Varnier ed ha portato la cantautrice ad intascare diversi successi sia in Italia (tra cui la vittoria al Premio Poggio Bustone lo scorso anno) sia all’estero (tra cui il primo premio ottenuto all'Open Strings Festival di Osnabrück in Germania nel 2009).
Alla luce di queste affermazioni ci si potrebbe quindi chiedere il motivo di far uscire, ora, un disco da solista così come ci si potrebbe chiedere cosa differenzi questo nuovo lavoro da quelli che lo hanno preceduto (che ugualmente contenevano brani scritti e composti dalla cantautrice).

Per chi conosceva già Serena ed il suo percorso artistico non rimarrà spiazzato o deluso nell’ascoltare questo suo nuovo progetto, dal momento che vi ritroverà la stessa “mano” e la stessa sensibilità di sempre. Resterà invece piacevolmente colpito dalla scoperta di un nuovo “volto” dell’artista, un volto che forse non era ancora emerso negli album precedenti. Nella sua Opera Prima Serena è come se avesse spalancato con forza una finestra lasciando entrare dentro sé ogni raggio di sole, anche il più flebile, ed è come se, una volta respirata, tutta questa luce l'avesse poi voluta raccontare al suo pubblico in tutta la sua intensità. Nei dieci brani contenuti in Serena più che mai sembra emergere, infatti, l’esigenza artistica di comunicare e di narrarsi totalmente, come mai fatto in precedenza. Sembra emergere il desiderio di essere Serena non solo “più che mai” ma anche “come non mai”.

Tutto questo si traduce, da un lato, in un diario sonoro che abbraccia stili e generi diversi vestiti da arrangiamenti pregiati e non convenzionali (tra i musicisti, oltre ad Andrea Varnier e a Mauro Costantini, va segnalata anche la presenza del “Quartetto Pezzé” agli archi), mentre dal punto di vista compositivo porta in luce testi che si presentano anche molto ricchi di parole, caratteristica che potrebbe, è vero, rischiare di ostacolare in qualche modo “la fluidità” dell’ascolto in un pubblico distratto, ma è altrettanto vero che le cose preziose necessitano di attenzione e di cura per non essere sciupate e per esser godute appieno, specie poi quando ci si trova di fronte a delle parole che non sono mai banali. E parlando di attenzione, nella sua Incantata dal cielo (brano di apertura dell’album ed anche il primo singolo estratto, accompagnato dal video disponibile a questo indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=EIbWl-F6jxo) la stessa Serena canta: “Nascerò nuovamente mille volte e più tra le pagine attente di chi mi leggerà”. Cura e dedizione che peraltro la cantautrice non rivolge solo ai suoi testi ma dedica anche al canto. Una delle protagoniste indiscusse di questo album è infatti la voce di Serena, voce in grado di passare dalle raffinate atmosfere di brani come la già citata Incantata dal cielo a canzoni dal sapore jazzistico molto impegnative come Sospesi qui, a tracce più vicine alla tradizione etno-folk, come Bês di Diu in lingua friulana (tra l'altro finalista dell’ultima edizione del Premio Andrea Parodi e che è valsa a Serena il premio assegnato dagli altri concorrenti e quello dei bambini) fino a brani più giocosi come Serena più che mai (la title track del disco), imponendosi però sempre con grazia, eleganza e dolcezza e mai con irruenza.

Ma nel raccontarvi di questo disco è giusto ricordare altri tre gioiellini del disco: sicuramente La ballerina azzurra, Sorriso e Divenire. Il primo pervaso da evocative ed armoniose arie orientali, il secondo mosso da una commozione palpabile verso una creatura che non c’è più (l’amore ed il rispetto verso la natura e gli animali sono dei temi molto cari all’artista, affrontati, in questo disco, anche in Le cirque des animaux) ed il terzo che meglio mette in luce Serena Finatti in tutto il suo essere cantautrice ed è eseguito con un’intensità ed un trasporto tali da permettere all’ascoltatore più attento anche di capire che il pianoforte su questo brano è stato suonato dalla stessa cantautrice.
Da segnalare poi anche Homeless, che ospita un bellissimo duetto con il cantautore canadese Matt Epp, e La camera dei strafanici, unica canzone del disco che non porta la firma di Serena ma quella di Ares Movio, sfortunato cantautore friulano prematuramente scomparso, a ricordare che chi lascia una traccia profonda di sé nel mondo non morirà mai.
In conclusione, davvero una nuova e bella avventura quella intrapresa da Serena Finatti, che nella sua ecletticità e grazia riuscirà a trovare il consenso di tanti ascoltatori, e che ci auguriamo possa continuare a spalancare anche in futuro la sua “finestra” e dare alle stampe altri lavori come questo.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Serena Finatti, Andrea Varnier, Mauro Costantini e Giuliano Michelini
  • Anno: 2014
  • Durata: 42:49
  • Etichetta: Folkest Dischi (distribuzione CNI)

Elenco delle tracce

01. Incantata dal cielo
02. Homeless
03. La camera dei strafanici
04. La ballerina azzurra
05. Le cirque des animaux
06. Serena più che mai
07. Sospesi qui
08. Sorriso
09. Divenire
10. Bês di Diu

Brani migliori

  1. Divenire
  2. Sorriso
  3. La ballerina azzurra

Musicisti

Serena Finatti: voce e cori, pianoforte su “Divenire”  -  Andrea Varnier: chitarre  -  Mauro Costantini: pianoforte  -  Simone Serafini: basso elettrico, contrabbasso  -  Ermes Ghirardini: percussioni e batteria
Quartetto Pezzé: Nicola Mansutti: violino  -  Lucia Clonfero: violino  -  Elena Allegretto: viola  -  Mara Grion: violoncello
Ospiti: Matt Epp: voce su “Homeless”e “La Camera dei strafanici”  -  Joel Couture: basso elettrico su “Incantata dal cielo” e “Le cirque des animaux”  -  Giuliano Michelini: chitarra su “Sospesi qui”  -  Alessandro Mansutti: batteria su ”Incantata dal cielo”