Miss Julicka
Un album torbido: una mescidanza secca, senza solventi melodici, di dissonanze acide, affilate o eteree incandescenze di synths, tormente spasmodiche che intrecciano chitarre alternative-rock amare e tese (ad esempio in Non avrai), minimalismi di piano densi di tenebre (v. la pausa che sospende le vertigini soniche della sacrale Brucia). E una vocalità gravida di una sensualità conscia e ineffabile, figlia del mistero di un passato burrascoso e “cinematografico”, che alterna in mantra ipnotici e ossessivi il fascino nervoso di sottili sussurri e urla.
Nel disco d’esordio del progetto Miss Julicka, con voce e conturbante personalità di Aigoulya Divaeva e Flavio Ferri (ex Delta V) come eclettico demiurgo musicale, ritmiche spigolose portano a combustione più generi musicali, dal dubstep al trip e punk-hop, per arrivare all’electro-rock.
Linee di basso perentoriamente cupe tra new-wave e alt-rock incontrano una batteria ora rallentatamente spettrale, ora esplosiva: si ascolti in questo senso il corpo visionario di incubi e seduzioni carnali della magistrale Come buio, assalita da archi elettronici onirici e chitarre magnetiche ed insieme dolorose.
A volte pensi è una turbata lullaby, spalancata sulla tormenta glaciale dell’indifferenza e della mancanza di fiducia, nonché agitata dal mesto fremere filtrato di violini sintetici, da bassi a tratti nevrotici e chitarre malinconiche.
Nella cover di Sometimes I dei Plasmatics della shock-rocker Wendy O. Williams, sul ramificarsi di di un punk esuberante, esibizionista e chitarroso nel brano originario si innesta una sinfonia siderale di organi sintetici, chitarre mugolanti e asciutti bassi oscuri, mentre in BBC, dalla colonna sonora del surreale film Assa (1987), in cui appariva Viktor Tsoi dei coraggiosi Kino, il Russian-rock e post-punk tenebroso del pezzo si riempie di suoni elettronici sghembi e ammalianti lusinghe vocali.
Forse lo sperimentalismo delle undici tracce non conduce in territori inesplorati, ma comunque guida dinnanzi a paesaggi imprevedibili e cangianti, in cui le vette liriche delle orchestrazioni di synths più rarefatte sono improvvisamente corrotte e disciolte dal magma furente di chitarre lancinanti, dando vita a brillanti e travolgenti effetti lavici.
E respiri di aria luminosa, sensuali irrequietezze di fuoco, oceani di suoni space rock e profondità distorte e uterine che conducono nel grembo della terra sono costantemente in contatto e si scambiano il posto in una girandola di interni mentali continuamente rivoltati e capovolti.
Mille metamorfosi sonore in un unico, attraente e coerente ventre sonoro. Da cui non vorrete uscire.
01. Breathe In
02. A volte pensi
03. Non avrai
04. BBC
05. Brucia
06. Cosa non so
07. Sometimes I
08. Show Money Please
09. Come buio
10. Essere è respirare
11. Breathe Out
Aigoulya Divaeva (Miss Julicka): voce Flavio Ferri: chitarre, tastiere, basso, programming Nino “La Bestia” De Natale: batteria