Fresco, diretto e un po’ nostalgico,
Sick Tamburo è un esordio capace di
entusiasmare tanto i teenager di oggi quanto quelli che teenager lo erano nei novanta.
La nuova avventura di Gianmaria (Mr. Man) ed Elisabetta (Boom Girl), rispettivamente
chitarra e basso dei Prozac+, parte proprio da una serie di elementi che i fan
della band di “Acida” non faticheranno a metabolizzare: il gusto per il refrain
facile, la forma-canzone che cede il passo alla filastrocca, liriche apparentemente
“easy” ma mai scontate. Immergete tutto questo in un brodo elettronico, che non
rinuncia però ai chitarroni punk, e avrete la formula alla base di queste
dodici canzoni (dieci se si escludono intro e outro). Elisabetta, che nel
frattempo è passata alla voce, interpreta brillantemente e con la giusta ironia
testi che, alla passione per la tossicità in genere (
Intossicata,
Topoallucinazione),
accostano un “postfemminismo” molto graffiante (
Dimentica) e un gusto totale per il paradosso e il
calembour (
Tocca 24/7). E il lavoro sulle liriche appare parecchio
interessante, quello sulle melodie non è da meno: il primo disco dei Sick
Tamburo mette in fila delle potenziali hit dalla spiccata capacità di
incollarsi addosso per giorni. Il sound saturo di delay, alla lunga un po’
monocorde, è molto legato al decennio scorso ma è l’offerta complessiva,
ironica e molto danzereccia, che aggira il rischio del puro revival. Peraltro
Sick Tamburo va inteso come
side-project
e non manda in pensione la sigla Prozac+: sarà forse per questo, o forse per
essere coerenti fino in fondo con la label che li supporta – la Tempesta dei
Tre Allegri Ragazzi Morti – che i
quattro (dal vivo ci sono anche i fantomatici Doc Eye alla batteria e String
Face al basso) si esibiscono celandosi dietro un passamontagna. Quello che non
riescono proprio a nascondere i Sick Tamburo è che le loro canzoni, benché
sommerse di riff a profusione e campionatori a manetta, sono pop fino al
midollo.
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