Luca Milani
Luca Milani è un cantautore milanese che ha alle spalle due dischi realizzati con la propria band File per l’etichetta Silverstone/Zomba e che con questo Sin train decide di affrontare per la prima volta il percorso solistico. Tutto ciò per la cronaca, ma, più che altro, per rilevare che, ascoltando il disco, mai e poi mai avrei pensato di trovarmi di fronte ad un artista italiano - e questo non tanto perché il disco è cantato interamente in inglese, vezzo artistico cui sono ormai abituato, quanto per il sound che lo caratterizza che sa d’Oltreoceano, di sterminati confini, di polvere e sudore e che sin dalle prime note ci conduce per mano lungo un viaggio musicale che ha il pregio di portarci lontano con la mente senza muoverci dalla nostra comoda poltrona.
Affrontiamo allora insieme questo itinerario musicale ed ecco che subito ci troviamo a fare i conti con la semplice ma efficace Bandit, seguita da Mandy, un pezzo folk rock forse un po’ troppo di tendenza ma intenso, perché sofferto e accorato. Old August Sun è forse il pezzo più movimentato dell’intero lavoro, però non dice più di tanto - ben diverso l’effetto di Letters from Prague, canzone lenta, dolente, molto suggestiva che ci porta così alla title-track, un brano folk con sentore di country, anche se non particolarmente trainante. Molto più affascinante il successivo Snow in Milan, in cui pianoforte, chitarre e armonica sono a pieno servizio della bella e calda voce di Luca per un altro pezzo sì a bassi regimi, ma che suona molto bene.
Si sale quindi di giri con la trainante Jenny Stone, per approdare poi all’intimista Until the End. Molto bella poi la sontuosa introduzione d’armonica realizzata per The Killer, pezzo che procede poi brillando di luce propria fino alla chiusura, dettata ancora una volata dall’armonica suonata, come nel resto delle tracce, dallo stesso Luca. Chiude il disco, il brano A place to stay bright, sospeso tra folk e country.
Riassumendo, lungo tutto questo percorso itinerante pare di cogliere echi di Tom Waits, Bob Dylan, Bruce Springsteen: le muse ispiratrici sono di ottimo livello, anche se l’esito poi nel suo complesso non è sempre originalissimo, rischiando così di far slittare questo buon disco d’esordio tra le innumerevoli opere di genere. Restano punti fermi a favore sia la bella voce calda e avvolgente di Luca Milani, che ricorda vagamente quella del giovane talento Ryan Bingham,sia l’ottima fattura dei brani, sicuramente ben suonati e arrangiati.
A demerito la discontinua originalità del sound e forse proprio la scelta di utilizzare la lingua inglese e approcci sonori che non appartengono al nostro DNA musicale per parlarci magari semplicemente, come in Snow in Milan della sua Milano sotto la neve.
01. Bandit
02. Mandy
03. Old august sun
04. Letters from Prague
05. Sin train
06. Snow in Milan
07. Jenny Stone
08. Until the end
09. The killer
10. A place to stay bright
Luca Milani: voce, guitar, harmonica, ukulele Giovanni Calella: bass, steel guitar, mandolin, guitar Leziero Rescigno: drums, piano, background vocals (9)