Gli Ultimi
Chi crede ancora nello street-punk-rock alzi la mano. Beh, intanto alzo la mia, dopo farete la vostra scelta, ma ignorare un disco come Sine metu, del quartetto romano Gli Ultimi, sarebbe come rinunciare a una carica d’adrenalina cui si anela da tempo, in un momento arido di scossoni intraprendenti. In aggiunta, i suoni scintillano pulizia e l’ensamble fluisce rapido senza tracimare nel pacchiano, grazie ad un certo bagaglio esperienziale che ci consegna, per la quinta volta, una prova compiuta e credibile, scevra da ingenuità e presunzioni.
Eh, già… da Street Punk (2008) in poi, in passerella sono transitati altri quattro album per un totale di 13 anni di militanza. È pur vero che c’è stato uno stand-by durato un quadriennio, ma tutto è servito per ricaricare il loro grido ribelle e coraggioso che (l)ambisce a suscitare canti a squarciagola e tira dritto, con la parola “paura” eliminata dal loro dizionario neuronico.
"Sine Metu" (senza paura) è disco solido, muscolare, che asperge sudore e scuote piedi e teste per un banging a scelta, con attitudine rispettosa per la filosofia Oi! e Punk che esplose a mezza via degli anni ’70. I bivi cruciali dell’album passano per i tre singoli Tutto Sbagliato, Passerà e, soprattutto, per Favole, in quanto dal testo è palpabile l’eterno dilemma tra il fermarsi oppure riprendere le redini di un cavallo di razza per farlo galoppare ancora. Essendo qui, la risposta è (fortunatamente) lapalissiana. Gli Ultimi non sono solo energia e fulmini ma, oltremodo, non disdegnano di variegare il menù. Ad esempio, La mia banda spiattella un evasivo ska-punk dall’alto tasso ludico, piazzato strategicamente a metà percorso per staccare un po’ la spinta incalzante. È chiaro che poi, da Maledetta domenica non potete aspettarvi un benedetto festivo tranquillo, però Giovani per sempre lo si può rimanere se non s’inciampa nel patetico. Pericolo che il combo sa schivare con maestria e fervore e, se Rimane una canzone passionale e verace, occorre dar merito a Gli Ultimi, paladini del buon “vecchio” street-punk-rock, la cui bandiera ancora sventola fieramente sul loro indomabile vascello progettuale, sfidando i mari in tempesta: proprio così…senza paura.
01. Un battito ancora
02. Maledetta domenica
03. Pane e rose
04. Tutto sbagliato
05. Passerà
06. La mia banda
07. Slot machine
08. Favole
09. Lanfranco (storia di un vecchio pazzo)
10. Rimane una canzone
11. Giovani per sempre
12. Un battito ancora (reprise)
Maurizio Papacchioli: voce - Alessandro Palmieri: chitarra - Roberto Bernabei: batteria - Alessandro Carpani : basso