Pazi Mine
Attivi dal 2006, dopo diversi cambi di formazione, i Pazi Mine riescono finalmente a pubblicare questo lavoro, impreziosito dalla presenza di collaboratori importanti. Infatti qui suonano Giulio Ragno Favero (One Dimensional Man) e Gionata Mirai (Il Teatro Degli Orrori), mentre Giovanni Ferliga (Aucan) si è occupato della produzione e della registrazione. I giovani disegnatori e grafici Luca Zampriolo e Giampiero Quaini hanno curato il packaging: il libretto del cd, percorso da un disegno che raffigura un’inquietante città industriale, fatta di tubature e lamiere contorte, è la perfetta traduzione della cupezza che domina nei pezzi del disco.
Il punto di forza dei Pazi Mine è, soprattutto, la splendida voce di Sara Ardizzoni, autrice dei testi e delle musiche. Una voce sensuale e molto affascinante, perfettamente a suo agio con la lingua inglese, in grado di spaziare da atmosfere ipnotiche e sognanti a momenti crudi e rabbiosi, come è evidente per esempio nella traccia di apertura, Witness of a recurring dream. Quando poi a lei si affianca Francesco Artioli il risultato è ancora più potente, sono urla rabbiose e liberatorie allo stesso tempo.
Artioli qui suona anche il basso, alla batteria troviamo Alessio Capra e Marco Beiato alle chitarre. Tutti ottimi musicisti che non sbagliano un colpo. L’unico problema è una certa monotonia negli arrangiamenti. Fatta salva la bontà e serietà del progetto musicale, I Pazi Mine rischiano di essere piuttosto noiosi. Dopo ripetuti ascolti il cd regge ben poco, i brani sembrano sovrapponibili l’uno all’altro con poco sforzo.
In queste circostanze, il fatto che la band si ispiri al grunge e al post grunge anni ’90, come è chiaro ed esplicito fin dalle prime note, rischia di essere un autogol pesante, di far apparire i Pazi Mine come qualcosa di “antico” senza speranze. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che questo è un esordio e che i Pazi Mine sembrano avere le carte in regola per superare questi scogli. Insomma: quasi buona la prima, si può e si deve migliorare. Un applauso di incoraggiamento, quindi.
01. Witness of a recurring dream
02. Here
03. Standstill
04. The waves you’re cradled by just happen to make me sick
05. Dissect
06. Square the circles
07. Rip yourself open, sew yourself shut
08. The thaw
Sara Ardizzoni: chitarra e voce Francesco Artioli: basso e voce Marco Beiato: chitarre e sintetizzatori Alessio Capra: batteria e percussioni Giovanni Ferliga: chitarra in Dissect, Here e Square the circles Gionata Mirai: voce in Rip yourself open, sew yourself shut Giulio Ragno Favero: voce in Dissect