Dieci anni di carriera che possono essere riassunti con sette cd in studio, tre cd live e una raccolta di  loro successi. Stiamo parlando degli Ska-J e del loro ultimo lavoro, Socco. Come si deduce già dal nome della band, per chi non li conoscesse, siamo in pieno ondeggiamento ska mischiato al reggae cantato in italiano e in veneziano, dialetto da cui gli Ska-J hanno preso il titolo, “socco” che in italiano significa “zuccone”.

Una band di sette elementi con tre persone che si alternano al canto: Marco Forieri, frontman dei Pitura Freska, Ilenya De Vito e Luca Scaggiante a cui si aggiungono Filippo Vignato con il trombone, Alan Liberale con la batteria, Luca Toso con il sax tenore e Sandro Caparelli con il contrabbasso e il basso elettrico.

Dimenticatevi il solito disco di musica ska con ritornelli da cantare sotto il palco e con canzoni che tendono ad assomigliarsi melodicamente tutte. Socco presenta una varietà di canzoni, riuscendo a non suscitare mai noia e servendo all’ascoltatore un disco che va dallo ska reggae puro (Chissà, chissà, chissà, Centro vitale, Socco, Santamarta) allo ska che strizza l’occhio al jazz (Fever, brano anni Cinquanta di Eddie Cooley e John Davenport), passando da brani prettamente strumentali (Perché no, Cous Cous) che mostrano, qualora ce ne fosse bisogno, la bravura degli Ska-J prima di tutto come musicisti. Oltre la già citata Fever, nel disco troviamo altre due cover: Senza fine di Gino Paoli cantata da Ilenya e So in love di Cole Porter tratta dal musical Kiss me, Nate. Da non dimenticare anche l’omaggio a Miriam Makeba con Pata Pata riarrangiata nell’intro.

Socco è un disco che scivola via in fretta, passando per 14 canzoni ben amalgamate e ben suonate. Un disco non solo per puri appassionati di ska, ma anche per chi, della musica, ama le contaminazioni di generi.

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