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Altare Thotemico

Sogno errando

"Siamo convinti che la staticità non sia musica! Amiamo il Jazz perché dentro c'è tutto: si pensi a Miles Davis… Non ci rivolgiamo più al mondo progressive a meno che non s'intenda progressione, cioè movimento orizzontale. Con questo album cerchiamo di fondere diversi stili musicali e ci rivolgiamo a chiunque ama la musica: "Costruire il futuro con elementi del passato", per citare Goethe".

In fondo, a ben guardare, il termine “progressivo” da un punto di vista musicale può essere letto in modi differenti: uno più statico, ovvero la riproposizione, fatti salvi i suoni più moderni, degli schemi tipici del suono degli anni ’70, e un altro più dinamico, ossia il superamento degli schemi di base, quelli consolidati, per andare oltre.
Se vogliamo questa seconda impostazione è quella più fedele e corretta anche da un punto di vista storico: le band prog, fino ai primi anni ’80 cercarono di superare le impostazioni precedenti, provarono ad andare oltre il beat, oltre il rock’n’roll, oltre la canzone melodica, creando strutture musicali che fondessero anche generi che rispetto alla musica cosiddetta “leggera” erano, se non lontani, per lo meno non attigui: il rock, il jazz, la classica.
Logica vuole che il termine progressivo, in ambito rock, richieda alle band odierne di andare anch’esse “oltre”, superando quell’approccio e sviluppandone di nuovi; ovvio che i richiami ci possano essere, che determinati “standard” siano per lo meno ricordati, ma l’importante è che forniscano soltanto una possibile “base”, e non siano invece un punto d’arrivo.

In questo senso Sogno errando, secondo album del gruppo bolognese Altare Thotemico, cerca un approccio di questo tipo, ed il brano di apertura Le correnti sotterranee nei suoi dieci minuti lo definisce appieno: non più fughe solistiche, cambi di tempo ad effetto, “tirate” strumentali progressivamente sempre più veloci finalizzate a raggiungere un climax finale.
Qui si ricerca, invece, la mescolanza fra acustico ed elettrico, fra strumentale e cantato (questo si in pieno stile “prog”, ovvero senza vincoli di strofe, ritornelli o rime): il jazz si incrocia con la fusion in forme assai libere che, fatte salve certe asperità, possono richiamare certamente la lezione di Soft Machine, Hatfield And The North, anche dei Gong più acustici, insomma di quel movimento che, nato senza volerlo come costola del Canterbury Sound, mescolò per primo rock, jazz e folk.

In questo lavoro non si trova certamente una sperimentazione spinta, nulla di “zappiano” per intenderci, anche perché i suoni sono tutto sommatodecisamente classici ed i ritmi non particolarmente estemporanei. Semmai è la performance vocale di Gianni Venturi a spingersi a tratti verso sonorità più estreme; certo è che l’alternanza di situazioni sonore crea la discontinuità necessaria per rendere interessante l’ascolto, proprio perché difficilmente si intuisce dove un brano, iniziato in un determinato modo, si diriga e vada a parare. In questo senso, lo stile Area di Neuro psycho killer è davvero paradigmatico.
Il bello è che rispetto all’album di debutto le coordinate di Sogno errando sono parecchio differenti: il che porta a pensare che il futuro terzo album probabilmente vorrà andare ulteriormente “oltre”. E se non è un atteggiamento “progressivo” questo…


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In dettaglio

  • Produzione artistica: Altare Thotemico, Fabrizio Rubini
  • Anno: 2013
  • Durata: 65:27
  • Etichetta: MaRaCash Records/Edel

Elenco delle tracce

01. Le correnti sotterranee
02. D’amore e altri tormenti
03. Broken heart
04. Petali sognanti
05. Sogno errando
06. Porpora
07. Neuro psycho killer

 

Brani migliori

  1. Le correnti sotterranee
  2. Broken heart
  3. Neuro psycho killer

Musicisti

Gianni Venturi: voce, sperimentazioni vocali  -  Leonardo Caligiuri: pianoforte acustico, synth  -  Valerio Venturi: basso  -  Emiliano Vernizzi: sax tenore, sax soprano  -  Max Govoni: batteria, percussioni  -  Gabriele “Legolas” Toscani: violino