Dado Moroni
Per metà coperto da temi originali, con l’altra metà equamente divisa fra classicissimi del jazz e pagine di autori più di nicchia (da Randy Weston al compianto Tito Fontana, il quale, parafrasando il celebre “Perdido”, aveva scritto a suo tempo Perdado, posto subito dopo il tributo che Moroni gli rivolge oggi), questo è il classico album destinato a suggellare una carriera, peraltro di per sé già lunga e brillante com’è, nello specifico, quella del pianista genovese, classe 1962, ma talento precocissimo e come tale attivo da oltre trent’anni, con collaborazioni da far tremare i polsi.
Il fatto è che Dado Moroni è sempre stato un po’ musicista per musicisti e, di converso, per jazzfans, non sempre per la critica, che, pur riconoscendone le indubbie doti, non ha mancato a volte di stigmatizzarne, anche legittimamente, lo stile un po’ troppo derivativo, il rifarsi a modelli antichi e largamente storicizzati (da Peterson a Tyner, tanto per fare due nomi). Oggi quella stessa critica, proprio sulla scorta di Solodado, gli ha tributato un riconoscimento quanto mai significativo, eleggendolo pianista del 2009 al prestigioso Top Jazz indetto dal mensile “Musica Jazz”. Forse una sorta di riconoscimento alla carriera, ma non c’è dubbio che sia stato questo notevole album, uscito già da alcuni mesi, a catalizzare opportunamente l’attenzione sul genovese.
Tra i brani a sua firma, si segnalano proprio Il carnevale di Tito, specie per la felice vena melodica che lo innerva, e Waltzissimo, estroverso e corporeo, ma è forse sui temi altrui che Moroni si sbizzarrisce con maggior libertà ed eloquenza, oltrepassando non di rado i sette/otto minuti di inesauribile circumnavigare temi e atmosfere, attingendo al suo enciclopedismo pianistico, ma anche a una vena, per l’occasione, particolarmente feconda. E’ quanto accade soprattutto nel citato Perdado, ottimamente risolto in ogni sua parte, di grande autenticità, in Little Niles di Weston, più roccioso, quasi marmoreo, e in My Funny Valentine, in avvio pacato come vuole il tema, ma capace poi di guadagnare corpo, sempre molto ispirato. Un disco, come si accennava, che rimarrà.
01. Flavio's Circle
02. Il carnevale di Tito
03. Perdado
04. Little Niles
05. River
06. Don't Blame Me
07. Alone
08. My Funny Valentine
09. Prayer
10. Waltzissimo
11. It Could Happen to You
12. I Should Care
Dado Moroni: pianoforte