The Perfect Guardaroba
Secondo album, per i The Perfect Guardaroba, album “fieramente” autoprodotto, come tengono a sottolineare i quattro membri della band; Sometimes they come back è un disco di rock, al limite di rock ‘n roll, in cui solo a tratti si può ritrovare qualche eco del punk “delle origini”, quello che aveva caratterizzato i primi passi del gruppo.
Suoni più definiti, al limite “levigati”, ma mai “leccati”, a scanso di equivoci, per un lavoro maturo, dall’attitudine davvero “on the road”, quella, per intenderci, del “finestrino giù e stereo a palla”; dieci tracce energiche, che già a partire da Altes wasserwerk, fanno intendere immediatamente che i giri del motore dovranno, necessariamente, essere sempre molto alti.
Se non altro per supportare le chitarre “rombanti”, il basso, definito e brillante, e la batteria, solida e implacabile, il tutto per esaltare la voce, decisamente in palla, e dalla spiccata personalità.
Linee semplici, fresche, come in The art of falling, brani che si lasciano ascoltare con piacere, “entrano” subito, e certamente fanno “battere il piedino”, con quelle chitarre ruvide ma che, sotto sotto, danno una strizzatina d’occhio al sound del periodo surf, come in Sometimes they come back; se insieme a ciò mettiamo anche il fatto che, qualcosina dei Ramones e dei Clash, sicuramente si sente, ecco definito il filo conduttore di questo lavoro: divertimento, tanto divertimento, amplificatori con il “gain” adeguatamente alto, suoni saturi, ritmica semplice ed efficace, ad esempio Try again, una bella cover di Rehab, meno allusiva dell’originale ma certo adeguatamente “incattivita”.
Insomma, la band marchigiana sembra davvero uscita a razzo da una cantina, da un garage, in cui, dopo lunghe prove, si è preparata a scatenare, dal vivo, tutta l’energia accumulata: So much better, fra gli altri, è uno dei brani che definisce al meglio questa attitudine, quell’approccio che non mancherà certamente di “levare la polvere” dalle casse degli ascoltatori.
Musica che arriva da lontano, dunque, che strizza anche l’occhio alle recenti sonorità garage-rock anglo americane, ma che, di suo, ci mette passione, sudore, tecnica, facendo si che il risultato, malgrado il retrogusto “vintage”, suoni attuale, vivace, potente; sano e robusto rock ‘n roll, insomma, nulla di più, nulla di meno.
Se vi pare poco…
01. Altes wasserwerk
02. The art of falling
03. Sometimes they come back
04. Try again
05. Rehab
06. Rosie palm
07. So much better
08. Misunderstanding (disconight)
09. Expecting to fly
10. Jump the gun
Damiano: vocals Becca: guitar Rod: bass guitar, vocals Angelo: drums