Movie Star Junkies
Questi ragazzi dal vivo sono un vero spettacolo. Di solito si termina così la recensione, invece qui lo mettiamo come premessa, perchè i Movie Star Junkies, che girano abitualmente anche fuori dall’Italia, sono una band che in concerto non si ferma di fronte a nulla, saltando e percuotendo qualsiasi cosa gli capiti a tiro, ignorando le grida terrorizzate dei poveri fonici. Il loro stile, tra garage-punk e suggestioni alla Birthday Party, si presta perfettamente allo scopo. O meglio, si prestava. Perchè Son of the dust, la loro ultima fatica, è abbastanza diverso.
Un po’ come se avessero seguito il percorso del loro manifestamente nume tutelare Nick Cave, i MSJ ci regalano un disco meno selvaggio e imbelle, più scuro e calibrato, con un’epica cupa e avvolgente. Vengono in mente, a sentire certi pezzi, i dischi degli anni Novanta del nostro coi Bad Seeds, come “Henry’s Dream” (In an Autumn Made of Gold, Cold Stone Road) e “Murder Ballads” (Son of the dust, This Love Apart). Ma, se è evidente l’ispirazione a Cave di Son of the Dust, altrettanto lampante è la maturità e la personalità con cui i Movie Star Junkies sviluppano le proprie composizioni. Blues sghembi, accenni western, funereo folk-prebellico si mescolano tra loro; il cantante Stefano Isaia si muove tra chitarre scordate, rhodes lunari, cori da ninfe dei boschi, come voce di un’ossessione livida e al contempo conturbante.
Un disco davvero eccellente, ancor più se si pensa che è registrato in presa diretta, dunque quasi live: decreta (forse) la fine della fase garage dei Movie Star Junkies ma li pone definitivamente nel novero degli artisti più interessanti (ed esportabili) del panorama indipendente italiano.
http//www.moviestarjunkies.com
01. These woods have ears
02. In an autumn made of gold
03. Son of the dust
04. Cold stone road
05. The damage is done
06. There’s a storm
07. A long goodbye
08. This love apart
09. End of the day
10. How it all began
Stefano Isaia: voce, organo, percussioni Caio Montoro: batteria, percussioni Vincenzon Marando: chitarra elettrica, chitarra steel, chitarra dobro, cori Alberto Dutto: chitarra fuzz, chitarra acustica, contrabbasso Emanuele Baratto: basso, organo Nathalie Nigre: cori Marie Mourier: cori Federico Zanatta: cori Michele Gugliemi: Fender Rhodes