Massimo Zamboni - Angela Baraldi - Cristiano Roversi
Maneggiare la memoria non è cosa facile. Ha a che vedere con le interferenze della coscienza che talvolta migliora o peggiora un ricordo a seconda di come vogliamo conservarlo, un pericoloso bivio, un rischio perenne che oscilla tra mitizzazione e rimozione. Occorre lucidità, misura e sforzo. Quando poi la memoria è individuale, autobiografica, ancora di più. Massimo Zamboni ritorna in molteplici forme su un periodo cruciale della sua vita di uomo e di artista, vale a dire il suo rapporto con la città di Berlino. E’ a Berlino nei primissimi anni Ottanta che prende definitivamente forma la storia dei CCCP, quando per la prima volta, senza avere ancora un nome, in una casa occupata propongono Emilia Paranoica, che immediatamente coinvolge tutti i presenti, dando il senso che quel nucleo di progetto, pensato nel cuore dell’Emilia, tra la pianura e i monti di Reggio, non ha nulla di provinciale, ma anzi sta per intercettare le molte sensibilità di un’epoca ancora figlia delle divisioni anche fisiche della Seconda Guerra Mondiale. Sebbene in fase decadente Berlino è la culla di controculture e nuovi fermenti artistici, sociali, umani. Sarà proprio da lì che qualche anno dopo, abbattendo quel muro che divide la città, inizierà un cambiamento epocale capace di sconvolgere per sempre la storia del pianeta.
Per questa immersione centro europea Zamboni utilizza più dicipline, la letteratura con il libro Nessuna voce dentro, in cui fa i conti per iscritto con tale suo passato, il teatro, con uno spettacolo, tratto dal libro, che ne traspone le sensazioni più profonde, e con la musica, con questo disco Sonata a Kreuzberg, tratto dallo spettacolo, che ne immortala l’animo sentimentale e musicale, scegliendo accuratamente una colonna sonora che ne possa rendere lo spirito del tempo con rifacimenti di canzoni importanti, e l’aggiunta di alcuni inediti. Quella Berlino riusciamo a immaginarla più facilmente in bianco e nero, forse perché la maggior parte delle foto che abbiamo visto sono così, incluse quelle di Umberto Negri, bassista e terzo componente del nucleo originario della band, con Zamboni e Giovanni Lindo Ferretti, che ce ne fornisce un ampio numero nel suo libro di qualche anno fa Io e i CCCP. In quello scenario post-bellico, fatto ancora di macerie, polvere e ombre di grossi palazzoni, c’era una delle tantissime case occupate, probabilmente la più bella e affascinante di tutte, che ospitava il “centro dell’Arte e della cultura di Kreuzberg”.
In questo disco l’idea, riuscita perfettamente, è quella di far rivivere l’anima di quella città, con i suoi suoni, i suoi silenzi, i suoi luoghi, i suoi colori speso scuri e cupi ma che nascondevano un notevole potenziale vitale, bacino di subculture che avrebbero preso poi il volo in varie forme. A dar manforte a Zamboni, che stavolta si cimenta al basso, troviamo un solido Cristiano Roversi che si divide tra piano e ritmiche, e una bravissima Angela Baraldi che con la sua voce e intepretazione si destreggia egregiamente tra grandi classici come Alabama Song scritta da Weil e Brecht e precedente interpretata dai Doors , e Berlin di Lou Reed. Ma si entra nelle atmosfere berlinesi anche con le tinte date ad altri brani da Bette Davis Eyes (Kim Carnes), ad Afraid di Nico, fino a Der Räuber und der Prinz (D.A.F.) e In the garden (Einstürzende Neubauten), senza sottrarsi al confronto con i CCCP in Allarme.
Il disco è arricchito da alcuni inediti cuciti su misura da Roversi e Zamboni, che suggellano un viaggio da non perdere per rivisitare e soffermarsi in alcune suggestive tappe, storiche e sonore, nel cuore dell’Europa del Novecento. Non pensatelo come un album di cover, non lo è per tanti motivi. Immaginatelo come una bussola per orientarvi nel cuore di una storia che ha riguardato generazioni.
01. Unterwegs (inedito: Cristiano Roversi)
02. Alabama song (Weill - Brecht)
03. Ein dunkel Herr (inedito: Massimo Zamboni)
04. Der Räuber und der Prinz (D.A.F.)
05. In the garden (Einstürzende Neubauten)
06. Afraid (Nico)
07. Paul ist tot (Fehlfarben)
08. Bette Davis eyes (Kim Carnes)
09. Hundsgemein (Ideal)
10. Kebab Träume (D.A.F.)
11. Berlin (Lou Reed)
12. Superfly (inedito: Cristiano Roversi)
13. Allarme (CCCP)
14. La città imperiale (inedito: Massimo Zamboni)
Massimo Zamboni: voce, basso - Angela Baraldi: voce - Cristiano Roversi: tastiera, programmazioni