Unmask
Partono le prime note di Be twin(s) e subito la parola prog-metal si affaccia in modo evidente nella mente dell’ascoltatore: già, perché quel suono di chitarre, quei cambi di tempo, quei tappeti di tastiere rappresentano un trademark assolutamente riconoscibile, anche per i “non-strettamente-osservanti”.
Che poi, in effetti, l’ascolto di un album come quello degli Unmask, rispetto ad un lavoro rock di tipo più tradizionale, più che particolari conoscenze tecniche richiede solo una maggiore attenzione. È un po’ come tornare al vecchio 33 giri, che non potevi “mandare avanti”, o alla musicassetta, che per premere il tasto “ff/ww” ti dovevi alzare per forza, perché il telecomando non c’era…
Allora sì che ci si poteva ritagliare davvero il tempo per “ascoltare” davvero un disco: non si trattava di “sentirlo” e basta, di tenerlo come sottofondo. Ecco, Sophia told me è un album cui prestare realmente attenzione: vanno apprezzate le soluzioni degli arrangiamenti, i passaggi ritmici, le armonizzazioni. Bisogna assumerlo con una certa dose di lentezza, perché i suoni sono lontani, lontanissimi, dalle soluzioni pop più orecchiabili. E questo è, sinceramente, un bene, perché non si scade mai nel banale, nel già sentito, nel “facile da fischiettare”.
Nonostante ciò, occorre dire che non risulta affatto un album “complicato” o particolarmente macchinoso: i brani si differenziano fra loro, ma nell’insieme siamo di fronte ad un lavoro coerente, in cui sicuramente le chitarre, soprattutto quelle ritmiche, hanno un ruolo di primo piano. Va in ogni caso sottolineato anche il gran lavoro di basso e batteria, che soprattutto in alcuni brani tengono figurativamente in pugno lo sviluppo del pezzo, grazie ad un notevole interplay. Più oscuro il ruolo delle tastiere, che agiscono spesso sotto traccia, facendo quasi da “collante”, ma senza esporsi troppo.
Interessante, fra l’altro, il fatto che ogni tanto, quasi a sorpresa, le chitarre assumano toni più “acidi”, non più tanto prog, quanto maggiormente vicini ad una certa psichedelia, con suoni più “visionari”, aerei, densi di riverbero, quasi pinkfloydiani, se si ascolta, ad esempio, l’intro di Sleepless night, brano che, dopo pochissimo, scivola con assoluta tranquillità verso sonorità più metal, in un’alternanza espressiva molto affascinante.
Bel lavoro davvero, molto creativo e di grande contenuto. Un viaggio sonoro decisamente attraente.
01. Be twin(s)
02. Maybe tomorrow
03. All I need
04. Within my soul
05. New world
06. Voice of hush
07. Sleepless night
08. Walking
09. Forest spirits
10. All I need (reprise)
Ignazio Iuppa: voce, tastiere Claudio Virgini: chitarra Daniele Scarpaleggia: basso Dario Santini: batteria Alessandro Lopane: chitarra, voce