La Maschera
Esiste una scena famosissima, tratta da ‘Per un pugno di dollari’, capolavoro di Sergio Leone, in cui Ramon, interpretato da Gian Maria Volonté, prova a colpire a morte, con un fucile, Clint Eastwood. Prova, e riprova più volte, ma al cuore del suo avversario, il temuto Joe cavaliere solitario, non riesce ad arrivare. E spara, spara più volte al grido di “al cuore, Ramon, al cuore”. Eastwood gioca sporco, lo incita, gli grida quella frase insistentemente mentre riceve colpi dal suo avversario incaponito, ma sotto il poncho ha una corazza di ferro che lo fa cadere senza restare ferito a morte. Al cuore, Ramon, al cuore.
Un grido che ci ha ricordato immediatamente il titolo e quello che il disco de La Maschera vuole raccontare. Sotto chi tene core è una metafora ampia e argomentata in nove tracce che parla direttamente a chi mescola, come l’etimologia latina vuole, cuore, cor, cordis, e coraggio, non certo nei duelli a fuoco, né negli spaghetti western, ma quotidianamente, in ogni circostanza della vita. Chi ha cuore, ha coraggio, come in una equazione matematica e chi vuole usarlo elimina ogni tipo di protezione e corazza di ferro sotto il poncho. E il cerchio si chiude. L’ispirazione proviene da un altro film, ‘Le quattro giornate di Napoli’, di Nanni Loy e, neanche a farlo apposta, anche qui una comparsa imbraccia un fucile e al grido di battaglia “Sotto chi tene core” incita a una presa di posizione, di carattere, poco prima, però, di essere ucciso.
Anche la copertina non parla a caso. La foto ricorda il ‘Quarto Stato’, una folla di gente pronta a scendere in piazza, guidata, in questo caso, da un personaggio il cui volto non è riconoscibile perché coperto da una maschera. I temi, il cantato, i suoni hanno tutti una forza dirompente, quasi ‘fastidiosa’, che ti spinge ad ascoltare, a tirarti su dalla sedia e a camminare, come un invito obbligatorio, perdonando l’ossimoro, spostando il punto di vista, aprendo il cuore di legno (Core ‘e lignamme). Traccia dopo traccia si sta sulle spine, perché la pace va conquistata a forza di prese di posizione. Come in Mirella è Felice, in cui il verbo essere precede un nome di uomo che è anche un aggettivo, in un gioco di parole delizioso, a coronamento di una storia commovente e di rivoluzione sociale tra Felice Pignataro e Mirella La Magna, entrambi fautori di un tentativo di rinascita delle coscienze nel quartiere di Scampia. Come in 14 agosto, dialogo tra cuore e mente, nocchiero e mozzo, che hanno bisogno di trovare una quadra, una direzione comune. Togliendo corazza, poncho e fucile. Sparando forte. Al cuore, Ramon. Al cuore. La Maschera sarà in tour per tutto il mese di dicembre, passando da Milano, Torino, Genova, Pisa, Bologna e Napoli. Conviene seguire l’onda. E farsi tirare su dalla sedia.
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8 DICEMBRE: MILANO – ARCI BELLEZZA
9 DICEMBRE: TORINO – OFF TOPIC
10 DICEMBRE: BOLOGNA – MERCATO SONATO
11 DICEMBRE: ROMA – ALCAZAR LIVE
16 DICEMBRE: PISA – EX WIDE
21 DICEMBRE: NAPOLI – PALAPARTENOPE
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Foto di Marco Carotenuto
Info: Chiara Giorgi (chiagiorgi@gmail.com)
01. Sotto chi tene core
02. Mirella è felice
03. Conosci Thomas?
04. Core ‘e lignamme
05. Dorme cu’ mme’
06. Chi se vò bene
07. 14 agosto
08. ‘A cosa justa
09. Se mai fossi (con Vittorino)