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Michele Anelli

Sotto il cielo di Memphis e altre storie

Un abile giocoliere tra i suoni e che può vantare un’esperienza pluridecennale tra registrazioni in studio ed esibizioni live. Questo è Michele Anelli. Che iniziò la sua carriera con la band The Stolen Cars, tutta dedita al garage-rock revival tra gli ’80 e i ’90 per poi proseguire con The Groovers (premio alla carriera, nel 2009, al M.E.I. – Meeting delle Etichette Indipendenti). Quindi, la sua attività da solista e/o insieme ai Chemako, altra sua formazione-creatura. Parallelamente a ciò la stesura di alcuni libri di assoluto pregio, come “Radio Libertà. Dalle radio della Resistenza alla resistenza delle radio”, edito nel 2013. Inoltre: il suo deciso sapere imbastire preziose collaborazioni che hanno saputo farsi “sistema”. Tra queste, quella con l’ex Settore Out, Evasio Muraro. Ma il più caloroso plauso che gli va dato è per avere intuito e fatto proprio che la musica rock, se ben esplorata ed innescata di continuo, può essere un’arma strategica.

Sotto il cielo di Memphis e altre storie, con il suo assemblarsi elettro-acustico tra il 2019 e il 2021, si mostra inequivocabilmente “glocal”. Un’opera che viaggia. Dove non ci sono solo andate e ritorni ma anche il transitare, il fare tappa (l’intero suo dipanarsi  riflessivo), il ripartire di nuovo. Magari col piglio di un bandautore. Storytelling per proverbiali corrispondenze, tra immaginari e neo-neorealismi. Localizzando ma pure espandendo il più possibile. La cura dei dettagli che fa fiorire liriche che hanno testa, cuore, anima. L’olfatto delle radici e quello dell’andare. Il farsi “manifesto” indipendente (la sua maggiore fonte d’attrazione). Coerenza, ci vuole coerenza, perché si è in balìa di presagi e gioiosità, di complicazioni e sollievi. Lo scorrere della vita. E se la devi cantare e suonare non lo puoi trascurare. Michele Anelli fa di più: lo mette in rilievo. Quindi un disco “trifase”. In cui l’alba e il sorgere del sole sono l’Elvis che (non) viene da noi, come la Woodstock In Black che in pochi ricordano, quindi il “duello” a mezzogiorno con lo sguardo puntato e il successivo finire dentro i prestigiosi Fame Recording Studios in Alabama (dove alcuni brani sono stati registrati e preso forma e sostanza), le ore notturne passate a dare rispolvero e a fornire nuove stagioni a demo e a 45 giri. Canzoni girovaghe per la mente e per il corpo. A loro perfetto agio tra visioni, l’incedere in punta di piedi, l’appassionarsi sulle labbra, il susseguirsi di colori tenui e vivaci, i pugni da stringere. Tra le canzoni, fanno breccia “Fino all’ultimo respiro” dal sapore scenografico, Spalo nuvole un succoso concentrato-filastrocca, Ballata arida fotografia mossa, in movimento, in bianco e nero e con Paolo Enrico Archetti Maestri degli Yo Yo Mundi anch’egli alla voce. E poi, la sorprendente Escluso il cielo totalmente avvolta nell’articolata scrittura e che reclama l’introspettivo interagire. Percorsi decisionali. E dove un asso nella manica non si gioca mai a caso.

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In dettaglio

  • Anno: 2021
  • Etichetta: Delta Records Promotion

Elenco delle tracce

01. Appunti
02. Quello che ho
03. Tenerezza
04. Fino all’ultimo respiro
05. Ballata arida
06.  E’ solo un gioco
07.  Spalo nuvole
08.  Sono chi sono
09.  Ballata arida
10.  Escluso il cielo
11.  Ho sparato al domani
12.  Il figlio
13.  Giovanni e il r’n’r come cura contro l’indifferenza
14.  Sempione 71
15.  Resta libero

Brani migliori

  1. Fino all’ultimo respiro
  2. Spalo nuvole
  3. Ballata arida

Musicisti

Michele Anelli (voce, chitarra acustica), Cesare Nolli (chitarra elettrica, percussioni, cori), Paolo Legramandi (basso elettrico, cori), Nik Taccori (batteria, percussioni, cori), Elia Anelli (chitarra elettrica), Andrea Lentullo (Wurlitzer, memotrom, organo Hammond, synth bass), Elisa Begni (voce in “Quello che ho” e “Ballada arida”), Bob Wray (basso elettrico), Justin Holder (batteria, percussioni), Paolo Enrico Archetti Maestri (voce in “Ballata arida”), Andrea Cocco (batteria)