Patty Pravo
Da tempo
l’istrionica Patty Pravo aveva
annunciato di volere rivolgere un omaggio alla collega italo-egizio-francese Dalida, e il progetto non sembrava
certo inverosimile, anzi. Patty Pravo è una delle ultime vere dive della
canzone, e Dalida rappresenta forse il punto più alto del divismo, non nel
senso di snobismo, bensì in quello della tragicità del destino, dell’emotività
estrema, dell’amore incondizionato del pubblico, dell’enorme difficoltà di
vivere se non su un palcoscenico (chi dimentica la proverbiale “Mourir sur scène”?). Dunque Patty
Pravo-Dalida è sulla carta un’accoppiata molto ben assortita, e in grado di
incuriosire gli appassionati di Italia e Francia.
Nella
pratica forse da un repertorio ormai leggendario e da due personaggi così
straordinari era lecito aspettarsi più scintille, un coinvolgimento più intenso
dell’ascoltatore. Ma a parte le perplessità nate forse da un’aspettativa troppo
alta, il disco è godibile e contiene veri gioielli, come Fini la comédie
o Salma ya salama, dove l’interprete si produce nientemeno che in arabo.
Una delle
vette del disco è Col tempo di Léo Ferré, da sempre un cavallo di
battaglia dell’interprete veneziana, che ne dà probabilmente la migliore
versione italiana, nonostante i numerosissimi interpreti che vi ci sono
cimentati.
In un
periodo in cui i dischi di cover sembrano essere la nuova mania di interpreti e
cantautori, questo omaggio a Dalida non appare superfluo né interlocutorio
nella discografia di Patty Pravo, poiché dietro si nasconde un intento che va
al di là della volontà di seguire una moda. C’è un progetto omogeneo in cui
appaiono un’identificazione emotiva tra l’omaggiata e l’omaggiante.
Gli
arrangiamenti sono curati e vari. Mauro Paoluzzi e Fulvio Maras sanno rendere
attuali i brani senza stravolgerli, con scelte strumentali davvero di gusto
(bellissimi ad esempio la fisarmonica in Pour arriver là e gli archi in Comme
si tu étais là), ma ciò che stupisce e conquista ancora una volta è il
fuoco sacro dell’arte che continua ad ardere nella voce e nell’interpretazione
di Patty Pravo, sia nei brani più struggenti (nei quali è una vera maestra),
come J’attendrai o Comme si tu étais là, che in quelli
scanzonati, come Bambino (la napoletana Guaglione). Dispiace che, nonostante la particolarità del progetto, questo disco
sia passato un po’ sotto silenzio, almeno qui in Italia.
01. Fini la comédie
02. Salma ya salama
03. Col tempo
04. J'attendrai
05. Comme si tu étais là
06. Darla dirla dada
07. Il venait d'avoir 18 ans
08. Pour en arriver là
09. Bambino
10. Salma ya salama
11. Darla dirla dada
12. Bambino
Renaud Garcia Fons:
basso
François Couturier, Nathalie Lorriere e Alessandro Gwis: pianoforte
Andrea Innesto e Gabriele Bolognesi: sax
Andrea Braido e Toti Panzanelli: chitarre
Luca Trolli: batteria
Adel Shams El Din:
percussioni
Jean Louis Matinier:
fisarmonica
Quartetto Florestano:
archi